Il 17 giugno 1983, Enzo Tortora, fu per questo arrestato e imputato per associazione camorristica e traffico di droga. Rimane uno dei più grandi errori giudiziari della storia italiana.
Sono passati 38 anni ed i problemi del sistema giudiziario sono tutti sul tappeto.
L’uso disinvolto delle misure cautelari, il protagonismo di certa magistratura, che va oltre l’applicazione delle norme, le scarse garanzie per le persone coinvolte nei procedimenti, sono temi attuali.
Sono attuali i giudizi superficiali, le semplificazioni e, purtroppo, gli scontri nella magistratura. Essi hanno poi ripercussioni sui procedimenti ed a pagare sono i cittadini.
Si ripetono, a distanza di 38 anni, gli errori. E non ci sono solo le storture raccontate nel libro di Palamara e Sallusti, ‘Il Sistema’, ci sono le storie di donne ed uomini.
Per ‘L’impertinente’ c’è il caso Crespi.
Ed è la storia del regista condannato in via definitiva per aver procurato voti a Domenico Zambetti, assessore alla Casa della giunta Formigoni, per le regionali del 2010, servendosi di conoscenze in ambienti della ‘ndrangheta.
Le sentenze si rispettano, ed in questa direzione lo stile Crespi da lezioni, ma le battaglie culturali e giudiziarie, quelle di civiltà, continuano.
Il regista, simbolo di battaglie per la legalità, voce dei detenuti e dei diritti, lottare contro la criminalità, è l’autore del docufilm ‘Enzo Tortora- una ferita italiana’. Oggi è nel carcere di Opera a Milano.
Ci vorrà tempo, quello necessario per scrivere pagine di verità. Ci vorrà tempo perché nulla è cambiato nel Paese