Il libro di Matteo Incerti sarà presentato venerdì 25 giugno, nell’atrio della Pinacoteca provinciale, alle 21, con l’ausilio di foto e immagini mai viste prima
Discriminati e confinati nelle riserve, migliaia di nativi nord americani si arruolarono come volontari nell’esercito canadese e statunitense per combattere il nazifascismo in Europa e in Italia. Giunto alla sua quarta ristampa e finalista del Premio Nazionale di Storia “Monte Carmignano per l’Europa” , “I pellerossa che liberarono in Italia” scritto dal giornalista e scrittore Matteo Incerti verrà presentato a Salerno venerdì 25 giugno alle 21 presso la Pinacoteca grazie ad una iniziativa promossa da Anpi.
Quella dei soldati nativi che lottarono per la Liberazione d’Italia è una storia sconosciuta, mai raccontata prima, che riguarda anche Salerno e la sua terra.
Tra i “pellerossa” che si batterono per diritti e libertà di cui neanche loro godevano al tempo ci furono infatti diversi nativi inquadrati nella 45th US Infantry che conquistarono a Oliveto Citra la prima Medal of Honour che il Congresso degli Stati Uniti concesse ad un indigeno Ernest ‘Aquila Rossa’ Childers, altri invece combatterono a Persano e purtroppo alcuni di loro persero anche la vita.
LA STORIA
Sbarcati in Sicilia il 10 luglio 1943, battaglia dopo battaglia, da Agira a Salerno, da Ortona ad Anzio, dal fronte della Valle dei Liri e Cassino, la Liberazione di Roma, fino allo sfondamento della Linea Gotica orientale in Romagna, centinaia di pellerossa cree, mohawk, ojibwa, ‘piedi neri’, pawnee, creek, cherokee solo per citare alcune tribù, contribuirono a liberare l’Italia dal fascismo.
Eroi dimenticati per settantacinque lunghi anni, oltre cinquanta di loro sacrificarono la vita sul suolo italiano e sono sepolti nei cimiteri di guerra britannici e americani sparsi per l’Italia: Da Agira (Catania), Ortona (Chieti), Cassino (Frosinone), Roma, Nettuno, Gradara (Pesaro), Ancona, Coriano (Rimini), Cesena, Ravenna, Villanova di Bagnocavallo (Ravenna).
I PELLEROSSA DI SALERNO – Coloro che ritornarono dal fronte, diventati capo tribù, artista o attore in film e telefilm (come accadde a Ernest ‘Aquila Rossa’ Childers eroe a Oliveto Citra) continuarono a lottare per conquistare quei diritti civili che avevano già donato agli italiani e gli europei. Tra loro c’ere anche il pawnee dell’Oklahoma Brummet “Guerriero Fantasioso” Echohawk che tratteggiò le sue azioni e quelle dei suoi commilitoni in Italia con la 45a Divisione USA in decine di bellissimi disegni a matita (divesi sono riprodotti nel libro). Dalla penna di ‘Guerriero Fantasioso’ vennero tratteggiati così gli scontri di Persano e l’azione spericolata dove a settembre 1943 Ernest ‘Aquila Rossa’ Childers a Oliveto Citra sgominò da solo diverse postazioni tedesche. Una azione di coraggio che gli valse , primo nella storia statunitense, una Medal of Honour concessa ad un indigeno.
A Persano morirono anche due indigeni della 45th e Echohawk “Guerriero Fantasioso” che parteciò a quegli scontri tremendi nell’abitato tratteggiò i loro corpi violentati dalla guerra.
STORIA DI DIRITTI E CONTRO LE DISCRIMINAZIONI: Terminata la seconda guerra mondiale i nativi canadesi conquistarono solo nel 1962 il pieno diritto di voto incondizionato alle elezioni federali, e qualche anno più tardi riuscirono a mettere fine all’esperienza traumatica e razzista delle ‘scuole residenziali’ confessionali dove migliaia di piccoli indigeni (inclusi i veterani della campagna d’Italia come Wilmer Nadjiwon che venne violentato da bambino o Henry Beaudry e Len Bailey che subirono pesanti violenze) venivano rinchiusi, subendo anche violenze sessuali indicibili come capitato all’allora giovanissimo ojibwa Wilmer Nadjiwon.
Il dramma delle ‘scuole residenziali’ è emerso ancora una volta poche settimane fa dopo la scoperta di 272 corpi nel giardino dell’istituto di Kaamloops in British Columbia, lo stesso frequentato da Len Bailey uno dei protagonisti di questa storia.
Negli ultimi anni sono stati prima Papa Benedetto XVI e poi Papa Francesco a chiedere scusa a nome della Chiesa Cattolica per gli abusi e violenze perpetrate nelle ‘scuole residenziali’. Episodi anche questi narrati nel libro, che ripercorre anche il percorso di diversi veterani inclusi gli eroi “pellerossa” di Salerno.
VETERANI IN DIFESA DELL’AMBIENTE
Quei pellerossa che avevano liberato l’Italia dal fascismo, dopo il secondo conflitto mondiale, continuarono le loro battaglie, in modo pacifico difendendo anche la propria terra sacra dagli scempi ambientali. Come accadde nel 2010 con capo Nadjiwon, ultraottantenne, che ‘schierò’ in una pacifica battaglia ambientalista ojibwa, mohawk e i fratelli americani Sioux e Cheyenne, per impedire la costruzione della più grande discarica del Canada, ‘Dump 41’ in Ontario, che minacciava una delle falde acquifere considerate tra le più pure della Terra.
STORIE D’AMORE E FIGLI DI GUERRA
Il libro narra anche diverse storie d’amore e di “figli di guerra” pellerossa. Come quella incredibile a lieto fine del cecchino meticcio Len Bailey, military medal a Pofi (Frosinone) che ebbe una figlia in una notte d’amore alla fine del conflitto e quella di Orville Johnston, oijbwa di Cape Croker, Ontario che combatté in Sicilia, ad Ortona dove venne leggermente ferito e poi in Romagna ed ebbe un figlio in Italia. Un figlio che lo cercò invano tutta la vita, ma il padre povero e in preda all’alcol negli anni Settanta si negò come ricordano le figlie. E forse questo libro potrà servire a ritrovarlo.
RICERCHE DI DUE ANNI, ORA LIBRO TRADOTTO E PUBBLICATO IN INGLESE
Una storia vera, frutto di due anni di ricerche da parte dell’autore Matteo Incerti tra archivi militari canadesi, statunitensi e testimonianze dirette raccolte nelle varie tribù indigene del Canada e degli Stati Uniti dove i figli di quei veterani (l’ultimo Wilmer Nadjiwon è morto a 96 anni nel 2018) hanno aperto il cuore delle loro memorie e messo a disposizione lettere inviate dal fronte dal 1943 al 1945. Il libro edito da Corsiero Editore 398 pagine e con 120 foto, riporta anche tutti i luoghi di sepoltura dei 57 “pellerossa” arruolati nell’esercito canadese (51) e statunitense (6) di cui l’autore narra le gesta e anche le biografie di oltre un centinaio di loro che ritornarono a casa dal fronte della seconda guerra mondiale. Il libro che ha ricevuto l’attestato di interesse storico nazionale per il Canada, è stato tradotto in inglese grazie all’aiuto dell’ambasciata canadese e presto verrà pubblicato anche in questa lingua.
L’OMAGGIO DELLA TRIBU’ CREE ‘MOSQUITO GRIZLY BEAR’ ALL’AUTORE DEL LIBRO:
BATTEZZATO ‘AQUILA SVETTANTE’
Diverse tribù indigene del Canada hanno deciso di omaggiare Matteo Incerti per il lavoro svolto per ricordare per la prima volta le gesta in Italia dei loro padri e nonni. Così gli Ojibwa di Cape Croker hanno invitato l’autore nella loro tribù e gli hanno dedicato un intero numero della rivista storica bismestrale della comunità.
La tribù dei cree delle pianure della Prima Nazione Mosquito Grizly Bear Head lean man’ ha fatto ancora di più. Per ringraziare Incerti, su proposta del figlio del veterano Henry Beaudry, della capo tribù Tania Aguilar Anti-Man e consultata la senatrice delle prime Nazioni e guardiana della conoscenza Jenny Spyglass, ha battezzato il giornalista e scrittore emiliano con il nome spirituale: “Pa pa mi sut ki hiw – Soaring Eagle”. In italiano: Aquila Svettante.