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15 Novembre 2024

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Caro Saviano, il libro di De Luca Jr ha qualcosa da dire

Caro Saviano, nulla di male se a Salerno si presenta il libro di Roberto De Luca e non c’è nulla di male se gli organizzatori di un Evento ritengono che tu non debba essere fra gli invitati di un altro appuntamento.

Il tuo tweet su Salerno, che nasce dalla delusione per un talk saltato, è irriverente non verso Roberto De Luca ma verso i tanti che intendono scrivere, a tutti i livelli. 

Tu scrivi “Nel programma di Salerno Letteratura 2021, il 25 giugno, presenta il suo libro un grande letterato: niente poco di meno che Roberto De Luca, figlio del censore Vincenzo De Luca”. 

Con lo stesso giudizio ‘sferzante’ potresti liquidare anche la riflessione su questa testata. Non è grande, non è nota. 

Contano però le idee, per fortuna sempre.

La scrittura contribuisce a far crescere una comunità e fa nulla se non sono tutti ‘grandi letterati’, contano le storie, le riflessioni che un libro, un pezzo, riesce a consegnare. 

Si può essere scrittori, se si ha qualcosa da dire, anche solo per una volta. Il libro di Roberto De Luca ‘L’Uragano’ ha qualcosa da dire. 

Racconta come una, legittima, inchiesta giornalistica possa contribuire a minare un percorso democratico, racconta il corto circuito che si scatena quando la politica si arrende. Non sono in discussione, è la mia idea, le inchieste giornalistiche. Sono sempre utili. 

È la reazione della politica che non tiene la barra dritta, che rinuncia al suo primato, a far riflettere, è l’opinione pubblica che pretende ‘le teste’ il vulnus dei nostri tempi. È la pretesa di scrivere pagine di verità, senza attendere e misurando i fatti sulle paure e sulle frustrazioni, la tentazione da scongiurare. 

Nel libro di Roberto De Luca io colgo questi aspetti e di questi credo sia utile parlare.

Lo seguirò. Lo farò perché chi scrive, autentico garantista, all’epoca contribuì a creare un clima ‘pesante’. E fu un errore. 

Lo seguirò perché chi scrive ha sempre contestato il Sistema Salerno. Ma chi scrive è disponibile a riconoscere gli errori senza dover necessariamente ‘arrendersi’ alle logiche del Sistema. 

Lo seguirò perché intendo capire, conoscere e perché mi auguro l’autore del libro voglia ragionare senza avere la pretesa di delegittimare le inchieste della stampa. 

Ci sarò, allora. Per difendere le ragioni dei giornalisti che provocano, che indagano, per sollecitare la politica ad avere più coraggio, per frenare gli istinti più violenti della opinione pubblica. 

Ci sarò per continuare le battaglie ma in un sistema di regole capace di funzionare. 

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