di Bobo Craxi
Le azioni dimostrative hanno più che altro un valore simbolico, sovente dietro questa espressione di impegno civile si celano conformismi e piccole mode del momento amplificate dai social; ne abbiamo viste diverse, sono anche forme di esibizionismo scambiate per adesione civile.
Si dice che il Mondo possa cambiare anche attraverso piccoli gesti, a volte si pensa che il gesto solidale dispensi o assolva dalle azioni e dai pensieri cattivi che ordinariamente un essere umano compie o nutre. Non sarebbe un essere umano.
Quindi é giusto avere un atteggiamento laico dinnanzi alle richieste di adesione e di partecipazione ai gesti di solidarietà, alle campagne civili che sono indirizzate innanzitutto a favore delle minoranze ghettizzate o fatte oggetto delle forme più ripugnanti di razzismo.
L’importazione dagli Stati Uniti della Genuflessione (take a knee) che gli sportivi avevano esibito per protestare contro la polizia che aveva ucciso un giovane afroamericano disarmato appare effettivamente un gesto di sottomissione culturale; tuttavia nel continente dove assistiamo quotidianamente a forme implicite di razzismo, anti-africano, anti-islamico, anti-asiatico, nel continente dove i movimenti dell’ultradestra razzista proliferano ed alcuni fra loro addirittura stanno al potere sollecitare qualche forma generale di impegno ai nostri conclamati beniamini sportivi non é che fosse una coartazione del pensiero.
Il capitano Chielini, ha detto che troveranno forme per contrastare il “nazismo” (voleva dire razzismo; sic..)
E quindi si sono adeguati alla diserzione austriaca di fronte alla richiesta di un gesto simbolico.
Evidentemente per rispetto dei razzisti, degli xenofobi, degli omofobi, che si offenderebbero, la nazionale italiana ha ritenuto di non dover aderire a questa forma vistosa ma tutto sommato sobria di partecipazione ad una campagna mondiale contro il razzismo.
Non c’è altra spiegazione per non fare un gesto semplice che non reca grande danno, non produce immediato beneficio tranne quello di scuotere le coscienze e di sollecitare una piccola riflessione.
A volte serve anche questo.