di Luca Mazzeo
La rubrica ‘Quelli che le cose non sono normali’ ideata un anno fa con la idea proprio di essere impertinente, ovvero smascherare aspetti sociali riguardanti il mondo delle diverse abilita che in tutti questi anni sono state volutamente nascoste per nascondere le numerose lacune da parti di chi gestisce le risorse in una maniera non del tutto trasparente.
È uno spazio ove non ci si pone vincoli di schiettezza, perché l’aspetto cardine di questo progetto far conoscere verità, spesso scomode e dolorose, che bisogna denunciare senza paura, verità su cui bisogna discutere per tracciare un percorso di soluzioni e concretezza.
Abbiamo, inoltre rilevato a gran voce, la richiede arricchire l’aspetto tecnologico nella sfera pubblica e privata per consentire una vera integrazione a chi lotta giornalmente contro numerose barriere, che molte volte non sono soltanto di natura architettonica.
A tal uopo difatti in maniera minuziosa ci siamo permessi di evidenziare punti d’indiscutibile importanza:
1 la mancanza d’info-tecnologie;
2 l’assenza di competenza sell approccio nei confronti delle persone con abilità diverse da parte di chi opera in ambito socio- sanitario e la conseguente assenza di conoscenza;
3 carenza di formazione intensificata da parte del personale docente di base e di sostegno, sempre per quanto concerne il sottore sopra citato.
Questi sono solo alcuni dei fenomeni innumerevoli che ancora oggi sono dilaganti, ma risultano sufficienti per creare una breve riflessione: “Il rischio è quello di costruire una società al contrario, vale a dire aumento di emarginazione, persone diversamente abili che educano chi opera nel sociale e per finire persone con disagio che fanno sostegno ad insegnanti e insegnati di sostegno bisognose di sostegno.
Ciò sarebbe meraviglioso e sicuramente con risultati di maggiore prestigio, ma certamente non è deontologicamente corretto, in quanto è l utente che deve essere condotto alla soluzione e non l artefice di soluzioni. Noi che siamo sempre sul pezzo continueremo a sostenere che questo non è normale.
Per non essere tediosi e incanalarci in discorsi ampi discorsi altrimenti non basterebbe un giornale intero, finiamo dicendo che siamo uno staff contro qualunque forma di discriminazione, contro le cose illogiche e contro il mutismo e la cecità di chi oggi istante calpesta con volizione e volontarietà la fragilità e la dignità di chi soffre.
Siamo promotori di una richiesta da tempo, o per meglio dire di un diritto , che è quello di procedere all’ elezione di un garante della disabilità in grado di fronteggiare tutti ,così da far divenire tutte le cose ANORMALI definitivamente giustamente NORMALIN on ci resta che dirvi di Rimanere sul Pezzo per fare a pezzi insieme un sistema vergognoso.