Il Governo ha dato il via libera non alla Riforma della Giustizia, che è cosa più ampia, ma ad alcune modifiche sul processo penale. L’intesa è stata raggiunta lavorando su tempi più lunghi per i reati contro la Pubblica amministrazione, compresi dunque corruzione e concussione.
Sulla prescrizione, dunque, gli scontri più duri. Con il provvedimento approvato viene, di fatto, confermata l’attuale disciplina che prevede lo stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado. È, poi, fissata una durata massima di due anni per i processi d’appello e di un anno per quelli di Cassazione.
Ora tocca al Parlamento. Modificare, integrare e soprattutto riprendere centralità. Perché non è da Paese civile e di una democrazia avanzata ‘una riforma’ nata dal Governo. Un Governo ‘marmellata’ che tiene insieme troppe contraddizioni