di Donato D’Aiuto
Sono passati oramai più di 25 anni dal famosissimo claim di una vecchia pubblicità di un noto brand di pneumatici che recitava “la potenza è nulla senza il controllo”.
Il brand era, ovviamente, Pirelli e tra i suoi testimonial ci furono addirittura Carl Lewis (vincitore nella sua carriera di dieci medaglie olimpiche) ed il Fenomeno Ronaldo (due volte pallone d’oro, nel 1997 e nel 2002).
Lo slogan citato potremmo applicarlo, con qualche piccola ed appena percettibile modifica, all’impresa sportiva compiuta dalla nostra Nazionale di Calcio sotto la guida di Roberto Mancini.
Potremmo infatti dire che “il talento è nulla senza la squadra”. Alla vigilia di Euro 2020 l’Italia non aveva nella sua rosa un leader al livello dei vari Kane per l’Inghilterra, Mbappè per la Francia o Ronaldo per il Portogallo. Mancini puntava sul gruppo.
“Folle”, avranno pensato in molti quando, alla vigilia degli Ottavi di Finale contro l’Austria, il CT disse che avremmo potuto vincere gli Europei.
Ha avuto ragione lui. Su tutto.
Senza possibilità di smentita alcuna.
Abbiamo tanto da imparare, come al solito, dallo sport. Una cosa su tutte: il senso di squadra.
Era il 29 dicembre dello scorso anno quando scrivevo, su altre colonne, che “Non è da soli che si sconfiggono i nemici più temibili. Non è da soli che si combattono le battaglie più difficili. E riconoscerlo non è segno di debolezza, ma è segno di umiltà e grande maturità”.
È andata esattamente così.
Il nostro vero fuoriclasse è stato proprio Roberto Mancini che ha saputo cogliere da ognuno il suo punto di forza. E non fa nulla se fuori dai 26 convocati siano rimasti calciatori che, forse, erano qualitativamente migliori di quelli a disposizione del CT.
Mancini ha scelto minuziosamente i suoi uomini e con essi ha costruito, con impegno e dedizione, un grandissimo successo.
Questo stesso paradigma non vale soltanto all’interno del rettangolo verde, ma è efficace in ogni aspetto della vita di tutti i giorni.
Essere leader vuol dire saper fare la scelta giusta al momento giusto, essere leader vuol dire anche a volte saper stare un passo indietro, essere leader vuol dire avere la consapevolezza che forse da soli si va veloci ma è insieme, remando tutti nella stessa direzione, che si va davvero lontano.
Lo diceva bene Michael Jordan, altro grande atleta e grande uomo, “con il talento si vincono le partite, ma è con il lavoro di squadra e l’intelligenza che si vincono i campionati”.
Essere leader non è avere talento, essere leader è saper mettere il proprio talento, il proprio carisma a vantaggio degli altri.