Di Luca Mazzeo
Da quasi due anni siamo reclusi nelle nostre case, come se avessimo commesso uno dei reati più efferati, quando poi sappiamo benissimo che pure per chi ha commesso reati ad ampio spettro è prevista l’ora d aria.
Era l’otto marzo 2019, data che resterà impressa nella mente, fu l’inizio di un vero e proprio incubo.
Nel vocabolario quotidiano abbiamo dovuto aggiungere una parola atroce, difficile da accettare e da assimilare: Distanziamento.
Da quell’istante sono crollate tutte le certezze. Tutto questo per colpa di un virus che non conosce sentimento. Inoltre tale virus ha imbavagliato le nostre bocche, togliendoci il sapore di un bacio, e ha bloccato le nostre braccia in maniera così forte da far perdere il calore di un abbraccio e di una carezza, che sono baluardo fondamentale per svitare la distruzione della psiche.
Va chiarito che la persona originariamente ha una chiave psicologica precisa, così determinata.
Primo strato: Consapevolezza
Secondo strato: Conoscenza
Terzo strato: Autodeterminazione
Quarto strato: Determinazione
Quinto e ultimo strato: Chiarezza degli obiettivi.
Attualmente, invece, ha subito significative mutazioni, trasformandosi nel seguente modo:
Primo strato: Consapevolezza della solitudine
Secondo strato: Assenza di affettività
Terzo strato: Consolidamento dell’anaffettività
Quarto strato: Depressone
Quinto Strato: Panico e incertezza.
Un barlume di speranza si è avuto grazie ai campionati europei. Poiché la stragrande maggioranza degli italiani e non solo, hanno potuto sfoggiare le migliori urla per le rispettive nazionali, liberando la mente per qualche ora la mente dai problemi, pandemia compresa.
Il calcio quasi sempre viene dequalificato, in maniera ingiusta, perché definito soltanto di contatto, oppure mortificato come fonte di guadagno facile.
La dequalificazione e la mortificazione sono state volutamente sottolineate in rosso, per evidenziare l’inqualificabile irriconoscenza nei confronti di tale disciplina.
Il calcio è terapia, per il corpo, coloro che l’osservano in tv si immedesimano nei loro beniamini, sentendosi anche loro eroi per un istante: il calcio è terapia interiore, attraverso il quale, si ha la possibilità di esplicitare tutti gli stati d’animo,anche quelli più nascosti, che molto probabilmente non si conoscevano prima.
Ad ogni uno di noi sarà capitato di vivere momenti no scaturiti, ad esempio da litigi familiari, in tale circostanza il calcio ti avita di commettere errori irreparabili, essendo un ottimo scaricatore di rabbia. La vittoria della nostra nazionale,ha eliminato tutte le disuguaglianze, le distanze e ha fatto rivedere un barlume di luce,dopo tanta agonie.
La vittoria dei nostri eroi è riuscita a dare speranza a tutti. Inoltre tutti, indistintamente, grazie alla loro umiltà hanno fatto campire, che dietro la parola calcio, pur essendo una parola corta c’è tanto altro.
C: Condivisione
A:Amore
L: L’anima
C: Cuore
I: Integrazione
O:Onore
Tutte componenti che hanno permesso da sempre di eliminare per sempre la disabilità.
In altre parole questi ragazzi capitanati da un grande mister e uomo come Roberto Mancini sono riusciti a fare ciò che la politica non fa da secoli. Quindi noi ci inginocchiamo dinanzi a loro ringraziandoli di vero cuore per averci reso tutti uguali, ma pretendiamo che ogni politico si inginocchi chiedendo scusa, perché si sono dimostrati i veri razzisti nei confronti del sociale.
Ribadendo che tutto ciò non è normale, ci sentiamo di dare un consiglio: “Se conoscete la vergogna, vergognatevi e poi con la stessa spostate il vostro sedere da ogni palazzo e andate a casa”
Date voce al popolo, questo è l’unico metodo per la definitiva rinascita. Riflettiamo.