Il Quirinale perde la pazienza e, assicurano fonti autorevoli, l’intervento sulla legge ‘Sostegni bis’ è un monito al Parlamento che ha rinunciato troppo spesso al suo ruolo. La decretazione d’urgenza mortifica sempre di più Camera e Senato.
“La confluenza di un decreto-legge in un altro provvedimento d’urgenza, oltre a dover rispettare il requisito dell’omogeneità di contenuto, dovrà verificarsi solo in casi eccezionali e con modalità tali da non pregiudicarne l’esame parlamentare. Anche per rimuovere la abituale prassi, ormai generalizzata, che consiste nella presentazione di maxi emendamenti sui quali porre la questione di fiducia, prassi sulla quale si è registrato un monito critico da parte della Corte Costituzionale con la citata sentenza n. 32 del 2014″.
E’ quanto si legge nella lettera inviata dal capo dello Stato Sergio Mattarella ai presidenti di Camera e Senato e al premier Mario Draghi dopo aver promulgato la legge denominata Sostegni bis.