di Massimo Ricciuti
L’affermazione di una forza moderata davvero riformista e liberale passa anche e soprattutto da come si schiera in rapporto agli accadimenti che segnano determinati comportamenti di frange (fortunatamente minoritarie, per quanto rumorose) di cittadini che oggi si definiscono “NoVax”, “No Green Pass”, “No Mask” e via così in un tripudio di sciamani antiscientifici che paragonano Draghi a Hitler, e le misure cautelative all’olocausto. E tutto questo al grido “Libertà”, con Forza Nuova e Casa Pound. Ora, è chiaro che c’è moltissimo che non va. E non da oggi. Il nostro Sistema Sanitario è del tutto inadeguato nel fornire assistenza soprattutto ai più deboli, a chi non ce la fa a ricorrere alle cure private o ad attendere liste d’attesa kafkiane. E’ altrettanto grave e pericolosa la percezione ormai diffusa che la Sanità, grazie alla sua gestione, dà di sé ai cittadini. Invece di un sistema amico, il cittadino si trova un moloch distante, freddo, di cui dubita e non si fida. Ci troviamo di fronte a un problema grandissimo, probabilmente fondamentale. Come rilanciare un sano e efficiente SSN e contemporaneamente riconquistare la fiducia perduta evitando che si confonda il tema della libertà con l’irresponsabilità?
Stiamo vivendo la crisi di un’era politica e culturale. La modernità (e anche la post-modernità che altro non è che la sua protesi) finisce sotto i colpi della pandemia. Tutto l’impianto teoretico su cui sono costruite le nostre coordinate sono ormai franate. Il populismo del M5S è figlio della cultura complottista di una certa sinistra, e oggi si ritrova insieme ai neofascisti in nome di una battaglia che sa di retroguardia e rincorre un sogno lisergico in cui diritti, libertà e bisogni non sono più garantiti dai soggetti e dalle istituzioni che nella Storia hanno sempre avuto questo dovere.
Ma ecco il punto, per ribadire la centralità e la sopravvivenza della democrazia liberale occorre una forza politica che faccia come Giscard D’Estaing e faccia prevalere la “Ragione” contro le spinte irrazionali e assolutamente emotive di questi movimenti così eterogenei ma accomunati dall’insofferenza di un sistema che percepiscono come estraneo se non ostile.
Si faccia dell’efficienza il perno di questo cambio d’epoca. Si imponga la moderazione riformista contro le velleità ribelliste. Se vogliamo il futuro dobbiamo meritarcelo. Ecco l’altra parola magica. Meritocrazia. Se vogliamo una società che funzioni dobbiamo fare in modo che chi si senta escluso possa cambiare idea vedendo che effettivamente l’ascensore sociale si è messo in moto. E allora giocheremo tutti con le stesse regole. E saremo sicuri che tutti vorranno essere della partita. La scienza farà la scienza, i virologi i virologi e non le starlette televisive, i pazienti si fideranno dei medici, e i giudici… beh, quello è un altro discorso…