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23 Dicembre 2024

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Don Luigi Ciotti ai ragazzi “Il Mondo risplende con voi”

Intenso l’incontro con il fondatore dell’associazione Libera: con il monologo dell’Io

 non si va da nessuna parte. Diffidate da chi pratica gli assoli. La strada è il Noi”

Dalle mani del direttore Gubitosi il Giffoni Special Award

 Sul palco della Sala Blu, davanti alla sezione Impact!, don Luigi riceve il Giffoni Special Award direttamente dalle mani del direttore Claudio Gubitosi e la riggiola d’autore da quelle della presidente dell’Associazione Aura, Alfonsina Novellino.

Poi è andato al cuore del suo intervento: “Con il monologo dell’io -sottolinea- non si va da nessuna parte. Diffidate da chi pratica gli assoli. La strada è il Noi. Unendo le energie si può costruire quella forza culturale, sociale, politica nel senso più alto, di cui c’è tanto bisogno”. 

Giustizia, amore e solidarietà sono scolpiti nella carne viva della sua esistenza: “Non si può essere cittadini a corrente alternata – ammonisce- Il bene comune non può essere delegato. Il cambiamento ha bisogno di ciascuno di noi.  L’attività politica è una delle strade possibili. Per Papa Paolo VI, oggi Santo, la politica andava intesa come la più alta forma di carità. La carità è amore per gli altri. Servizio per il bene comune, per il bene di tutti. La politica resta l’etica della comunità”.

“La cosa più inquietante – denuncia Ciotti – è la normalizzazione di certi temi come il traffico di droga, l’ecomafia, l’usura, il gioco d’azzardo e il riciclaggio. La mafia, complice anche il minore spargimento di sangue, ha abbandonato le forme tradizionali, che pure esistono ancora sui territori. Oggi è globalizzata, intelligente, tecnologica. Ha costruito rete e una imponente ricchezza. È impegnata a Piazza Affari, non per strada a sparare. La riflessione deve superare i confini di un tempo”.

Come cambiano le mafie? “Don Luigi Sturzo disse che la mafia aveva i piedi in Sicilia ma la testa a Roma. Aggiungendo, inoltre, che sarebbe risalita verso il nord del Paese per varcare le Alpi – ricorda il fondatore di Libera – Ormai questo passaggio è compiuto. Occorre agire di conseguenza mettendo a disposizione dei giovani gli strumenti per il cambiamento. La cultura è fondamentale. La cultura dà la sveglia alle coscienze. Bisogna investire sulla formazione e sulla scuola garantendo il lavoro. La politica europea, non solo quella italiana, sia più forte e coraggiosa. Ci vuole un forte impegno per la vita. Dobbiamo liberare la libertà nel nostro paese e nel mondo”.

La bussola delle istituzioni pubbliche deve puntare alla comunità. Illuminata dal faro della fede, guidata dalla sapienza del fare. “Padre Antonio Bello, vescovo, mio prezioso amico che mi ha lasciato in dono la sua stola sacerdotale – conclude don Luigi Ciotti- affermava una cosa bellissima. ‘Non mi interessa sapere chi sia Dio, mi basta sapere da che parte sta’. Bene.  Giustizia, libertà, dignità delle persone. Sta da questa parte”.

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