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23 Dicembre 2024

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“Il Movimento ha fallito ed io riparto dalla solidarietà”

Luca Di Giuseppe non è un attivista del Movimento Cinquestelle, non è un facilitatore. È molto di più. È un giovane della provincia di Salerno con una passione sana per la politica, non quella che chiacchiera del nulla, ma di quella che fa e realizza. Crescerà…perché ha talento e visione. Studia. Viaggia. All’Estero matura conoscenze, esplora mondi, interroga sistemi. 

Ora sei a Nuevo Horizonte, in Guatemala. Perché l’idea di questo viaggio?

Sì, il Movimento 5 Stelle non mi rappresenta più né a livello nazionale né a livello locale. 

Che sia chiaro. Sono fiero del percorso che ho fatto e credo di aver messo sempre la faccia nei momenti più difficili, con l’intenzione di rappresentare chi non si sentiva più rappresentato. Oggi però il Movimento è troppo lontano dal motivo per cui mi iscrissi. Basta guardare il nuovo statuto e vedere chi è uscito e chi è rimasto da quella che non è più la mia casa. 

Ho deciso di partire e di fare un’esperienza nuova per rimettermi in gioco. E anche per ritrovare sorrisi ed entusiasmo con una nuova avventura. Quando pensavo ad un momento felice, pensavo al viaggio di circa tre anni fa, quello tra Messico, USA e Cuba. 

Fu un’esperienza incredibile, visitammo moltissime comunità indigene. Ma durante quel viaggio l’unica cosa che rimpiangevo era l’impossibilità di entrare nelle case delle persone, di viverle, di costruire rapporti umani. Per questo motivo, mi sono messo in contatto con Amka Onlus, un’associazione che opera in Guatemala da anni. Con loro, sto vivendo un’esperienza incredibile ad Horizonte, una comunità che si trova nella Regione del Petén e che è stata costruita da ex-guerriglieri con fatica. Credetemi, nonostante manchi tanto, è un grande esempio di umanità. 

Hai detto ‘Proverò nei prossimi giorni a raccontarvi di più e ad immortalare la quotidianità di questo posto. Un posto in cui «el dinero no lo es todo». Spiegaci ..

Sì, è un posto incredibile. Sto raccogliendo tantissimo materiale che dimostrano quello che sento ogni giorno: la capacità di essere davvero solidali gli uni con gli altri. L’obiettivo della comunità non è «el dinero», ma è la sovranità. A partire da quella alimentare.

Sei li e pensi alla cose da fare. Con l’associazione AMKA Onlus hai avviato una raccolta di fondi. Per fare cosa?

Sì, abbiamo lanciato una campagna su retedeldono.it . Si chiama «Adelante! Verso la sovranità alimentare» ed ha l’obiettivo di sostenere i progetti che potrebbero aiutare Horizonte a sognare, un’altra volta, nuovi orizzonti. Sul sito e anche seguendo la pagina ufficiale di Amka, chiunque può approfondire i progetti che ci sono qui, che possono essere riassunti così: sicurezza e sovranità alimentare 

Sarà duro il rientro nella tua Salerno. Dopo una esperienza così esaltante ti dovrai misurare con i capricci salernitani. Con la incapacità di costruire politica e progetti. Cosa farei, come farai?

Si, seguo da lontano. Sinceramente mi astengo dal giudicare percorsi di altri. Per quanto riguarda me, ad oggi, dal Guatemala, mi sento di dire che non mi candiderò. So che alcune persone vorrebbero un mio passo in avanti. Le ringrazierò sempre per la stima e la fiducia. Ma sono fermamente convinto che quando ci si candida c’è bisogno di tantissimo entusiasmo, che adesso sinceramente non riesco a trovare. Ovviamente, nel mio piccolo, se dovessi confermare questa decisione, sosterrò i tanti giovanissimi che si candideranno al Consiglio comunale. 

In generale quanto è importante al tuo giudizio oggi, per chi vuole essere classe dirigente, avere un visone ‘glocal’. Globale, in un mondo che cambia, ma ancorato alle esigenze delle singole realtà?

Certo, è molto importante. Forse fondamentale. Il mondo è così grande e ci sono dei posti che, nonostante abbiano, molto meno di quanto abbiamo noi, possono insegnarci moltissimo. 

Mi auguro che la futura classe dirigente del nostro Paese possa puntare di più sul rafforzamento del tessuto valoriale. Per me, solidarietà e comunità sono le due parole-chiave per costruire un’altra Italia.

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