di Donato D’Aiuto
Al giorno d’oggi capita spesso di leggere o ascoltare politici che fanno la gara a chi la spara più grossa. In alcune occasioni, addirittura, lo fanno senza rendersi conto che i destinatari dei loro “j’accuse” sono alleati o colleghi di partito.
Ma, purtroppo, nel nostro Paese si è diffusa la malsana abitudine a dimenticare qualsiasi cosa con la stessa velocità di Marcell Jacobs e a perdonare ai nostri politici qualsiasi gaffe facendola passare per una simpatica boutade.
Quindi nessuno si stupirà del fatto che l’onorevole Piero De Luca, alias “il vice proprietario di Salerno”, abbia dichiarato che “è necessario utilizzare ogni mezzo a disposizione, per prevenire comportamenti pericolosi e garantire la sicurezza necessaria ai gestori dei pubblici esercizi ed a tutti i nostri cittadini”.
Sono tutti molto attenti e molto bravi a dire a noi cittadini cosa “si debba fare” e cosa “è necessario fare” su qualsiasi cosa risultasse deficitaria nell’amministrazione delle nostre città.
Tutto normale, tutto in linea con ciò che succede quotidianamente nel nostro Paese, se non fosse che il buon Piero De Luca, alias “il figlio del proprietario di Salerno”, la città la governa da trent’anni, direttamente o indirettamente insieme a papà Vincenzo.
Quindi a chi va addebitato il “problema sicurezza” sempre più sentito a Salerno?
Facile per chi scrive rispondere. Ce lo dica l’onorevole Piero De Luca, piuttosto che farci la morale sul “cosa va fatto”.
Ce lo dica l’onorevole che alle scorse elezioni politiche fu eletto nella circoscrizione di Caserta, risultando sconfitto a Salerno.
L’onorevole Piero De Luca è pagato per fornire risposte e non per fare domande. Per quelle ci siamo noi comuni cittadini.