Di Anna Adamo
Fatima ha ventidue anni, ed è la prima e unica donna afgana ad essere diventata guida turistica.
Iniziare gli studi non è stato affatto facile. Ha dovuto lottare a lungo contro la sua famiglia che avrebbe voluto si sposasse a quattordici anni, proprio come le sue sorelle e i suoi fratelli.
La ragazza originaria dell’ Hazarajat, regione di provenienza della minoranza hazara, perseguitata dai talebani, racconta di aver imparato l’alfabeto di nascosto, mentre portava le pecore a pascolare vicino ad una scuola maschile. Ha avuto la possibilità di continuare gli studi grazie ad una scuola di inglese per rifugiati, successivamente è stata ammessa alla facoltà di giornalismo presso l’università di Herat e lo scorso anno ha iniziato a collaborare con due agenzie di viaggio che l’ hanno notata grazie ad un gruppo Facebook in cui parlava della città di Herat a chiunque aveva voglia di visitarla.
Fatima, oltre ad aver dovuto litigare nuovamente con la propria famiglia per far si che quest’ultima accettasse il suo lavoro di giornalista, per strada è attaccata verbalmente e fisicamente, con parolacce e lanci di pietre. Ma, la giovane non sembra essere intenzionata ad arrendersi, non ora che i talebani costituiscono, soprattutto per quelle come lei, una grande minaccia che si traduce nell’ essere private della libertà conquistata dopo anni di lotte e sacrifici.
I talebani hanno preso per la prima volta il potere nel 1996, dopo aver rovesciato il regime di Burhanuddin Rabbani, uno dei comandanti mujadin.
L’ Emirato Islamico dell’ Afghanistan, durante i suoi cinque anni di esistenza guidati dal mullah Mohamed Omar, ha imposto leggi restrittive che riguardano soprattutto i diritti di donne e minoranze. Infatti, era vietato mandare a scuola le bambine di età inferiore ai dieci anni e le donne erano obbligate ad indossare il velo integrale o burka. Inoltre era vietato guardare la televisione, ascoltare musica o andare al cinema. Era stata introdotta l’ esecuzione pubblica per i condannati per adulterio e l’ amputazione per i condannati per furto.
Un regime sotto il quale le donne afgane mai avrebbero voluto più vivere, ma che ora ritorna a farsi strada. Ed è proprio Fatima a parlare di quanto , questo ritorno, faccia paura.
La ragazza ha spiegato che le cose stavano finalmente migliorando anche per le donne. Sostiene che non avrebbe mai pensato sarebbero potuti ritornare, influenzare i suoi sogni e costringerla ad abbandonare tutto ciò che ama e per cui ha combattuto per tanto tempo.
La paura in questo momento ha preso il sopravvento e, se i talebani la trovassero, la ucciderebbero, perché rappresenta tutto ciò che odiano. E ha paura anche per i suoi genitori, perché se scoprissero che abbiano tirato su una figlia come lei, ucciderebbero anche loro o li renderebbero un bersaglio fino a quando non la consegnerebbero , ha detto ai suoi followers su Instagram .
Una situazione, quella in cui si trovano Fatima e le donne afgane, sicuramente non facile.
Ma, Fatima è una donna che lotta ed ha coraggio da vendere.
Non si è arresa quando nessuno credeva in lei e non lo farà neanche adesso.
Vuole continuare a studiare, lavorare ed aiutare le altre donne ad emanciparsi. E sa che per farlo, nonostante questi giorni le sembrino un incubo dal quale non riesce a svegliarsi, deve essere più forte che mai.