Di Anna Adamo
Angela Riina vive a Corleone.
Quarta di cinque figli, aveva solo nove anni quando ha iniziato a fare il pastore, accompagnata dal fratello di qualche anno più grande. Insieme sostituivano il padre impegnato con la Forestale.
Ogni giorno, anche se faceva caldo, raggiungevano il pascolo a piedi ignorando i pericoli che avrebbero potuto correre. Di pericoli, però, ce ne erano davvero tanti, infatti dovevano volgere lo sguardo ovunque per controllare che nessuno avesse acceso del fuoco, che non ci fossero animali e le pecore non andassero in altri terreni. L’ unico momento di riposo consisteva nell’ apertura del “sacconeddu”, ovvero la borsa preparata dalla madre con tanto buon cibo. A tenerle compagnia c’era sempre “Addicatedda”, una pecora che la seguiva ovunque e lei ringraziava dandole un po’ del suo cibo.
Il momento più bello, era l’ abbraccio che, giunta la sera, davano al padre. Un abbraccio capace di sciogliere tutte le tensioni accumulatesi durante il giorno.
Angela, è sempre stata dedita al suo lavoro, tanto da tagliare i capelli cortissimi per una questione di praticità e lasciare che tutti la considerassero un maschio, anche il padre che quando gli si chiedeva quanti figli maschi avesse, rispondeva di avere “dumasculi”. A lei, l’ essere considerata maschio, non dispiaceva affatto, anzi era anche solita bere insieme al padre un bicchiere di vino, proprio come i veri uomini.
A diciassette anni, però, la vita di questa ragazza subì una battuta d’ arresto.
Fu disarcionata dal cavallo e riportò la frattura del collo. Quando provò a muoversi e si accorse che non riuscisse a controllare i movimenti della testa, il mondo le crollò addosso. L’ intervento chirurgico, durato nove ore, al quale fu sottoposta, non lasciava presagire nulla di positivo, poche erano le speranze di rivederla in piedi. La convalescenza, fisica, ma soprattutto emotiva fu lunga e le fece, per la prima volta, toccare con mano la paura di non poter più svolgere il tanto amato lavoro di pastore, ma anche il coraggio di imparare a convivere con i propri limiti e superarli.
Però, Angela non è solo un pastore. È una mamma, una moglie, una donna con tante passioni, prima tra tutte quelle per la scrittura di poesie che neanche la mancanza di istruzione è riuscita a fermare.
Infatti, pur non conoscendo la metrica, la applica alla perfezione, riuscendo a donare ai suoi versi scritti in siciliano armonia e musicalità. Una capacità , come la stessa spiega, che si è sviluppata quando, chiusa in casa durante il lockdown, sentiva il bisogno di esprimere tutta la rabbia che provava nel momento in cuidescrivevano Corleone come un posto di miseria, fame e malattia.
Una rabbia, quella di Angela, che ha dato vita a “Corleone emozioni in versi siciliani” una raccolta di poesie tramite le quali ha espresso amore verso il suo paese e la sua gente.
È consapevole che astenersi dal giudicare il suo paese sia impossibile, ma le sfide non le mettono affatto paura. A dimostrarlo è il fatto che ne parli rivendicandone le tradizioni che hanno il sapore di rispetto, famiglia, sostegno e dignità.
La giovane poetessa di Corleone è un grande esempio di determinazione. Contro il volere della famiglia si è iscritta dapprima ad una scuola serale e successivamente ad una diurna, quest’annososterrà gli esami. Nonostante sia la più brava della classe, dice che non le interessi superare i compagni, vuole solo superare i suoi limiti.
Quando le si chiede dove trovi l’ ispirazione per scrivere i suoi versi, risponde che durante la notte è come se una musa le parlasse e lei, per non dimenticare ciò che le ha detto, annoti tutto sul cellulare.
Sapere che gli adulti si commuovano leggendo ciò che scrive le riempie il cuore di gioia, ma è ai giovani che vorrebbe arrivare, perché è consapevole che valori e tradizioni di Corleone,prima o poi andranno perduti insieme al dialetto. È questo, dice, dovrebbe essere evitato. La scuola, inoltre, dovrebbe fare di più per salvaguardare le tradizioni e la cultura di un popolo.
L’ amore che Angela prova per il paese in cui vive è qualcosa di veramente raro, la forza e la determinazione con le quali cerca di donargli lo splendore che merita costituiscono un esempio da seguire, che contribuisce a conservare i sapori e i valori autentici della vita.