di Antonluca Cuoco
Questa settimana nella nostra Campania si sono scaldati i motori della campagna elettorale delle prossime amministrative. Sarà un autunno particolarmente interessante da seguire, negli esiti politici, perché potrebbe rappresentare un momento di svolta. Oppure essere un passaggio di conferma degli assetti locali.
Certamente la partita fa il paio col quadro nazionale, dove il governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi (Dio l’abbia in gloria) sembra aver posto i partiti italiani davanti all’interrogativo del che fare nei prossimi mesi e anni: se rafforzare l’assetto bi-populista (col patto PD5S da un lato ed il fronte sovranista dall’altro) o smontare quell’assetto per ricostruirne uno meglio capace a rappresentare pezzi di società senza voce ed intercettare quote di elettori ormai scappati nella astensione.
In tale scenario potrebbe palesarsi una proposta politica lontana da populisti e sovranisti ma affinché ciò possa realizzarsi serve coraggio da parte degli attori politici o aspiranti tali. È solo col coraggio delle scelte e delle idee che si acquisisce credibilità nel tempo.
A proposito di scelte, qui nella nostra regione è arrivata la campagna elettorale dell’avvocato Giuseppe Conte che poche settimane fa Giuseppe Grillo aveva definito “senza visione politica nè capacità manageriali”. L’ex presidente del consiglio che ha governato prima con la lega poi col pd, mostrando grande disinvoltura nel recitare spartiti profondamente differenti, è qui impegnato a sostenere i suoi candidati, tra Napoli e Salerno. Nella tappa ravellese ci ha ricordato, parlando del dialogo col regime talebano, di quanto sia disposto ad interpretare ogni ruolo e di come il mondo di cui è referente, manifesti totale sudditanza verso la Cina, spingendo nel dare fiducia agli islamisti di Kabul.
Marco Pannella soleva descrivere una categoria politica come: ‘i buoni a nulla e capaci di tutto’. Ecco quel profilo politico resta in Italia forte e numeroso.
L’impegno elettorale di Conte in Campania lo vede particolarmente impegnato a Napoli, dove c’è candidato il suo ex ministro dell’università e della ricerca a rappresentare l’avanguardia del patto PD-M5S ed a Salerno a supportare una docente che guida un cartello elettorale anti deluchiano che raccoglie LEU, i Verdi, mezzo M5S (perché l’altra metà si oppone), ed una serie di liste civiche che sembrano raccogliere attori politici locali che vengono da altre esperienze (incluse quelle con le scorse amministrazioni).
Se queste operazioni possano trovare consenso lo vedremo ad Ottobre. Ma forse chi vuole provare a immaginare la Salerno del 2026 e del 2031, deve sin da oggi lavorare a costruire rinnovate proposte politiche, provando a valorizzare credibilità e coraggio nel proporre alternative di governo.