Il messaggio “alla cancelliera Merkel e agli altri leader con cui sto parlando in questi giorni e’: aiutate l’Afghanistan e anche noi che siamo sul campo, dandoci i mezzi per continuare ad aiutare chi resta nel Paese”. Lo sottolinea in un’intervista al Corriere della Sera Filippo Grandi, Alto Commissario dell’Onu per i rifugiati. “C’e’ grande fluidita’ nella situazione, che resta fragile e rischiosa”.
L’ingresso dei Taleban a Kabul sabato scorso non era stato previsto da nessuno, a mio giudizio neanche da loro stessi. Stanno ancora prendendo il controllo”, spiega. Inoltre “l’evacuazione di collaboratori e persone legate ai Paesi occidentali, dovuta e legittima, e’ stata organizzata in modo improvvisato, creando ulteriore panico – sottolinea -. Molta dell’agitazione che vediamo nei resoconti mediatici e’ dovuta al caos di questa operazione”, aggiunge. Al momento si osserva un pragmatismo “da parte dei nostri interlocutori fra i talebani”. Ci sono stati senz’altro “brutti episodi di violenza, sopruso e caccia all’uomo. Ma noi dobbiamo tener conto dei messaggi ricevuti. Per questo abbiamo scelto di restare”. Nel Paese ci sono “molte persone a rischio in un futuro talebano, ma non si puo’ vedere tutto attraverso questo prisma”. Su temi come la possibilita’ per le bambine di andare a scuola o per le donne di lavorare “abbiamo assicurazioni non del tutto negative. Ma se non siamo li’, se non trattiamo e non abbiamo le risorse non potremo mai accertarlo ne’ ottenerlo”.