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24 Novembre 2024

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Accantonare la DAD per far ripartire la Scuola

di Gianluca Capone*

L’estate sta ormai volgendo al termine ed è ormai imminente l’inizio dell’anno scolastico, il vero banco di prova per le capacità gestionali di un Governo in emergenza pandemica.

La memoria corre subito a quanto vissuto da noi studenti l’anno scorso: il rebus (mai risolto) dei trasporti, i banchi a rotelle, i cluster che si sono sviluppati nelle scuole e la decisione finale di andare avanti con la sola didattica a distanza.

In qualità di rappresentante degli studenti di un istituto superiore, seppur in una realtà felice come quella di Maiori in Costiera Amalfitana, so bene quanti e quali danni abbia fatto la famigerata DAD.

Certo oggi ci muoviamo in scenari diversi e questo lo dobbiamo soprattutto al cambio alla guida del Paese. È innegabile che l’eccellente lavoro svolto da Mario Draghi stia dando i suoi frutti: basti vedere l’accelerazione impressa ad una campagna vaccinale che, al momento del suo insediamento, era ferma al palo.

Già il solo fatto di saperci noi studenti non più nelle mani del trio Conte-Arcuri-Azzolina è motivo di grande sollievo, ma da solo non basta.

Leggo ancora negli occhi dei miei compagni di classe la paura di ritornare in aule virtuali relegati dietro lo schermo di un computer o di un tablet.

Inutile negarlo quest’anno abbiamo un solo desiderio: far rientro in presenza a scuola senza nemmeno un giorno di DAD.

Per fare ciò ben venga il green pass, ma, se vogliamo davvero scuole sicure, va fatto uno sforzo organizzativo nel rendere gratuito e sistematico lo screening di studenti, docenti e personale scolastico.

Questo è ciò per cui ci siamo battuti nel mio istituto alla vigilia della riapertura nell’aprile scorso. Fortunatamente abbiamo trovato riscontro nelle istituzioni locali e nei tanti volontari che hanno accolto il nostro appello e si sono attivate in tal senso. L’auspicio è che questo non rimanga uno sparuto esempio di efficienza ma sia la regola per quest’anno in tutte le scuole italiane.

Il raggiungimento di questo obiettivo è il primo passo per provare a ricucire un rapporto, logoratosi sempre più negli ultimi anni, fra lo Stato e i suoi più giovani cittadini. È questa la vera sfida da vincere se si hanno veramente a cuore le sorti dell’Italia e di quella che, per usare i termini di Bruxelles, è la “Next Generation EU”.

*Rappresentante degli Studenti dell’Istituto “Pantaleone Comite” di Maiori (SA)

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