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23 Novembre 2024

Chi siamo

Giovanni, operato grazie alla solidarietà, ora deambula ed è felice

Di Anna Adamo


Giovanni ha otto anni e vive a Sovizzo. Nato prematuro e affetto da paralisi cerebrale infantile che gli ha comportato problemi motori, ma non cognitivi, se non fosse stato operato, sarebbe probabilmente rimasto per sempre in sedia a rotelle. 

Un destino crudele, al quale la sua famiglia ha cercato di far fronte in ogni modo. 

Tra l’ 1 e il 14 luglio 2020, anno della pandemia di COVID-19, sarebbe dovuto partire per gli Stati Uniti e sottoporsi a due interventi chirurgici. Sembrava fosse tutto pronto, o quasi, poiché a giugno, purtroppo, l’ ambasciata americana non aveva ancora rilasciato il permesso per la partenza. 

Una tragedia davanti alla quale nessuno ha fatto mancare alla famiglia del piccolo il proprio appoggio, dando vita ad una macchina di solidarietà partita dall’ Italia e arrivata in Americache mai si sarebbero aspettati di ricevere. 

La prima a contattare la famiglia è stata Manuela Lanzarin, assessore alla sanità della regione Veneto, seguita dal presidente Luca Zaia e molti parlamentari e industriali che mantenendo l’ anonimato hanno aiutato il bambino a raggiungere gli Stati Uniti nel più breve tempo possibile perpermettergli di sottoporsi agli interventi il 1 luglio.

Gli interventi sono andati benissimo, Giovanni deambula correttamente e saltella in spiaggia come un qualunque bambino della sua età, racconta la madre ancora incredula e con voce rotta dall’emozione. 

Neanche ricorda più di aver avuto problemi di deambulazione. 

Dei mesi trascorsi negli Stati Uniti, invece, ricorda ogni attimo. Gli interventi chirurgici non sono di certo stati una passeggiata, ha provato dolori fortissimi, ma non ha mai mollato, perché il desiderio di deambulare è sempre stato più forte della sofferenza. Infatti, quando gli si chiede se avesse preferito non provare quei dolori, risponde di ricordare solo la medicina che gli veniva somministrata per “dimenticare tutto”, ossia lo sciroppo rigorosamente alla fragola, gusto scelto da lui stesso, che gli veniva dato per alleviare il dolore.

Quella di Giovanni è una storia di speranza e coraggio, ma anche di amore. L’ amore di una famiglia che per il proprio bambino ha superato ogni ostacolo, dimostrando che, quando una cosa la si vuole davvero, non esiste nulla che possa impedirne la realizzazione. Se poi ad affiancare la forza di volontà c’è anche una macchina di solidarietà come quella messa in campo in questo caso, anche l’ impossibile diventa possibile.

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