Norberto Bobbio*
Mario Draghi, nel suo discorso di insediamento, indicò tre nemici: la corruzione, la stupidità e gli interessi costituiti.
Tutti e tre questi fattori concorrono a rendere la società nella quale viviamo sempre più opaca. L’opacità è proprio un bel termine, sul quale ho concentrato tanti studi e tanti lavori perché rappresenta la perfetta descrizione di un potere vedo-non-vedo, di un potere incomprensibile ai più, lontano, spesso avulso dalla realtà.
Per carità, le dinamiche e le strategie – la mossa del cavallo – sono elementi fondanti della politica e figuratevi se sarò io, che politico professionista non sono stato ma che a certi livelli ho ampiamente bazzicato, a dirmi stupido o sconvolto.
Ragionare oggi di poteri opachi, però, ci è utile sicuramente più di ieri. Perché ieri la lentezza nella comunicazione, le difficoltà nel veicolare messaggi e informazioni, l’alto di tasso di analfabetismo rendevano l’opacità in qualche modo naturale o, perlomeno, comprensibile.
Oggi no. Oggi un potere opaco è sempre un potere che si nasconde, che si ritrae, che si nega; ed è, soprattutto, qualcosa di voluto, intenzionale.
Diceva Andreotti – una vecchia volpe che nessuno è mai riuscito a mandare in pellicceria – che magari ad avercene di poteri forti in Italia.
Aveva ragione.
Magari ad avercene.
Ma è proprio quando il potere non solo è opaco ma è anche debole che si creano i peggiori cortocircuiti. E oggi, in Italia, il potere è debole e opaco.
È debole perché non ha visione, non ha cultura, non ha attributi, non ha.
È opaco principalmente perché vuole evitare che si sappia che non ha visione, non ha cultura, non ha attributi, non ha.
Ed è opaco anche perché dietro la prima linea, fatta – come spesso accade – di fessi, si nasconde una seconda linea di ammiccatori, di malversatori, di sabotatori, di manine lunghe e corte che fanno il bello ed il cattivo tempo.
È opaco anche perché continua a reggersi su uno splendido teatrino: si parla di tutto – migranti, rolex, monoclonali – tranne su ciò di cui sarebbe utile discutere.
È opaco perché il cittadino, che urla costantemente al complotto, altro non fa: non si informa, non studia, non approfondisce.
Anche il cittadino è opaco perché non ha deliberatamente scelto di non schiarirsi la vista.
* sono le riflessioni che nascono dalla redazione pensando che esistano ancora i giganti