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23 Novembre 2024

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“Il Green pass? E’ solo una questione di coscienza che non risolve il problema”

Il premier Draghi è irremovibile: dal prossimo  15 ottobre il Green pass diventerà obbligatorio per lavoratori pubblici e privati con estensione a tassisti, e autisti di bus e metropolitane.

La variante delta spaventa l’Italia e l’intero continente, essendo sette volte più contagiosa del virus in se per se per cui la certificazione di avvenuta vaccinazione con entrambe le dosi diventa fondamentale per arginare questo vero e proprio spettro psicologico che oramai ci portiamo dietro da marzo 2020. Il problema vero sta proprio nella parola ‘spettro’, infatti questo dogma sociale del vaccino per essere immuni al 100% non regge più visti gli ultimi dati, intanto serve però a stigmatizzare la fobia del contagio impazzito specie in questi primi giorni di rientro lavorativo e scolastico. Tutto questo anche in funzione dalla possibilità non remota di retrocedere in zona gialla se non addirittura rossa, permettendo di conseguenza ai titolari di Green pass di poter restare aperti con la propria attività.

“Sono tutte speculazioni gratuite – esordisce Gianni Lepre, opinionista economico del Tg2 e notista dell’Agenzia di Stampa nazionale ItalPress – un credo sociale che in questo momento di forte crescita del Pil, serve solo a scoraggiare lavoratori e imprese, annichilendo l’economia tricolore già ridotta all’osso.” Il prof. Lepre, tra le altre cose presidente del Club delle Eccellenze del Made in Italy, ha poi continuato: “La questione Green pass è semplicemente uno scrupolo di coscienza, sicuramente giustissimo, ma che ha una valenza puramente psicologica, tanto per esorcizzare il problema. Onestamente io mi concentrerei sul debellare il virus più che limitare modi e modalità di un’economia che solo da poco ha intravisto la luce fuori dal tunnel”. Il noto economista ha poi concluso: “Dati alla mano, le varianti sfuggono anche se in misura minore, al vaccino, per cui l’obbligatorietà  del Green pass resta un tentativo come un altro di dire abbiamo fatto tutto il possibile”.

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