La inaugurazione di Piazza della Libertà è una fotografia chiara della politica cittadina in Salerno.
Un istantanea che racconta la stagione De Luca, da una parte, ed i limiti delle opposizioni dall’altra.
La piazza, ed è il giudizio di chi scrive, piace ed è, sicuramente, più carina della colata di cemento per ricchi che è il Crescent.
De Luca la inaugura a ridosso del voto delle amministrative perché è ormai sua abitudine consolidata. Ha insistito in questa fase, in maniera maggiore, per due motivi. Perché quella piazza e’un pallino da sempre e perché, sondaggi alla mano, sa che Enzo Napoli è in sofferenza.
Consegna, allora, un’opera imponente nella certezza, lui che legge la città, di recuperare consenso. La piazza piace e, ripeto, non è il Mostro. Consegna lo spazio perché è consapevole della insofferenza della città e prova a cambiare l’agenda, a ribaltare il dibattito, a cambiare il ritmo.
In questo contesto le opposizioni, invece, commettono gli errori di sempre. Sulla comunicazione e sulla sostanza.
Ci cascano, in riferimento al primo
aspetto, e consentono alla Amministrazione di cambiare registro mediatico. Inseguono il dibattito e vivono prigioniere della peggiore impostazione che si riassume nel ‘fatta da De Luca, non ci piace’. Le opposizioni, le destre politiche e civiche, i civici, più o meno camuffati, è la sinistra ‘pentita’, si limitano al ragionamento ‘ci piace non ci piace’ e parlano, senza un progetto, ad una fetta minoritaria delle città.
Sulla sostanza, poi, gli errori più pacchiani. Le opposizioni avevano la possibilità di contrapporre alla piazza più grande d’Italia, d’Europa, il disagio del cuore antico di Salerno. Il centro storico non ha una sua identità, le sue botteghe storiche chiudono una dietro l’altra, e con 70 milioni di euro si poteva fare una rivoluzione. La movida è scomparsa da anni e non potrà vivere sotto i balconi della ‘Salerno bene’. È senza identità Torrione, il commercio e’ morto a Pastena ed a Mercatello. In tutto il mondo le piazze sono proporzionate alla città, ne diventano il cuore pulsante. A Salerno questa regola è stravolta e non porterà benefici economici alla città.
Manca un progetto di reale vocazione turistica, manca una strategia di crescita sul porto, non esiste la città dei servizi. Su questi temi andava, per tempo, costruita una narrazione, struttura una proposta robusta. Di lungo termine.
Le forze della opposizione hanno avuto la possibilità, ed il tempo, di consegnare un’altra idea di Salerno, di riempire di sostanza il grande vuoto di una piazza immensa. Hanno perso l’ennesima occasione. Hanno rinunciato alla politica che è soprattutto visione. Hanno ripetuto gli errori di sempre.