di Anna Adamo
Vorrei, ma non posso.
No. Non è questa la verità. La verità è che io e tutti i disabili come me, potremmo fare sesso, se i normodotati lo volessero.
Ebbene si, avete capito, sono una donna con disabilità e parlo di sesso, di desiderio, di tutto ciò di cui i normodotati pensano che i disabili non dovrebbero parlare o, per essere più chiari, provare.
Nonostante conviva con una disabilità da sempre, la concezione secondo la quale i disabili siano esseri asessuati, non l’ ho mai capita. Mi piacerebbe comprendere sulla base di cosa lo si pensi, dal momento che anche i disabili, uomini e donne, posseggono gli organi che solitamente si utilizzano per soddisfare i bisogni sessuali.
E funzionano, ma questo voi non lo sapete, perché a conferire loro l’opportunità di metterli alla prova, non ci pensate neanche per un secondo.
Come stareste voi, se la possibilità di mettere alla prova questi organi non ve la concedesse nessuno, o se questi ultimi smettessero di funzionare da un momento all’altro?
Questo, naturalmente, neanche credete sia possibile.
Eppure, io da donna disabile la scena che si nasconderebbe sotto i pantaloni la vedo ben chiara: organi sessuali maschili e femminili che non ne potrebbero più di stare fermi e scalcerebbero in tutti i modi possibili, più di un bambino al termine di una gravidanza che non vede l’ ora di nascere.
Adesso, provate ad immaginare il tutto e a capire come ci sentiamo noi disabili quando ci viene vietato di fare sesso e i nostri organi sessuali sono costretti a restare inattivi per anni, in alcuni casi addirittura per sempre.
La sensazione non è affatto piacevole, ve lo assicuro.
E no, questo non è un modo per far capire cosa siamo costretti a subire o quante cose ci neghi la disabilità.
Questo è un modo per far capire che i limiti siano solo nella testa dei normodotati.
Che fare sesso è un diritto e i disabili devono essere lasciati liberi di esercitarlo come e quando vogliono. Che desiderare una persona con disabilità non è un peccato e non serve girarsi dall’altro lato o vergognarsi di ammetterlo.
Il vero peccato lo si commette quando non si parla di tutto questo.
Quando si pensa che i disabili siano esseri asessuati e non esseri umani con bisogni come quelli dei normodotati.
La disabilità non è direttamente proporzionale al non poter fare sesso. È il diritto di fare sesso che non può essere esercitato nel momento in cui, la mente dei normodotati, crede che un disabile non possa esercitarlo.
È giunto il momento di spezzare pregiudizi e tabù che ruotano intorno al mondo della disabilità e del sesso.
Parliamone.
E rendiamo i disabili finalmente liberi di poter soddisfare i propri bisogni sessuali.