di Luca Mazzeo
Ed eccoci di nuovo pronti a descrivere le reazioni al termine della manifestazione più discussa dell’ anno. Il Patrono sarà riuscito a spegnere i fuochi dialettici dei nostri politici? Scopriamolo subito….
La messa è stata celebrata dal cardinale Parolin, dal Vescovo Andrea Ballandi, dall’ex arcivescovo Gerardo Pierro e dai quattro vescovi appartenenti alle diocesi salernitane.
Alla manifestazione erano diverse le figure istituzionali. Senza ombra di dubbio colui che ha rubato la scena dall’inizio alla fine è stato il governatore Vincenzo De Luca, del quale noi abbiamo raccolto tempestivamente le dichiarazioni: ”Il ritorno di SaN Matteo al Comune è un primo passo per il ripristino di una stupenda tradizione. Inoltre mi preme sottolineare la magnifica cooperazione tra Amministrazione Comunale e la Curia, perché è un ottimo segnale di crescita per il nostro territorio”.
Il candidato al consiglio comunale Dante Santoro con la lista Prima Salerno (sostenitore del candidato sindaco Michele Sarno), si è espresso in maniera breve e concreta. Ecco le sue parole: ”Intendo fare i complimenti al Cardinale Parolin per la sua stupenda omelia e speriamo di tornare alla vecchia celebrazione nei luoghi storici di Salerno. Con estrema chiarezza dico che limitare la partecipazione è statof orviante e inutile data l’ampiezza della piazza”.
Imperterriti abbiamo continuato la nostra corsa intercettando l’opinione di Pasqualina Memoli (Consigliere Provinciale) la quale dichiara :”Oggi giornata storica per Salerno che arricchisce il suo patrimonio di bellezze con questa stupenda piazza. Inoltre un plauso va al Sindaco Napoli e alla Curia per la sclta della location, in quanto è ampia e sicura”. “Due aspetti fondamentali in epoca di pandemia” conclude Pasqualina Memoli.
Di fatto in sintonia Vincenzo Napoli e i candidati Sindaci Antonio Cammarota, Michele Sarno e Oreste Agosto. Hanno ribadito le proprie posizioni divergenti emerse in precedenza, sostenendo però che” Per il nostro Santo non esistono ideologie e bandiere. Esiste Salerno”.
In questa calma apparente dopo colpi affilati di spada e fioretto, la parola passerà alle urne e chiunque la spunterà dovrà ricordarsi che i veri vincitori sono e saranno sempre solo i salernitani.