Ecco Enzo Napoli, candidato sindaco di Salerno. Il primo cittadino ci riprova per dare continuità ad un progetto che parte da lontano. Che ha, lo sottolinea, in De Luca il principale protagonista ma che nasce alla fine degli anni ottanta con la stagione socialista. Con l’impertinente una riflessione a tutto campo.
Lo slogan ‘Salerno ancora più avanti’ racconta di fatto tutto. Lei rivendica il lavoro di questi anni e lo proietta nel futuro. Quali le priorità ?
Ho voglia, energia e volontà come il primo giorno. Sono pronto per continuare a servire la mia comunità. Ho avuto l’onore di svolgere l’incarico più alto della vita politica: guidare l’amministrazione della propria città. Sono convinto di averlo fatto con competenza, determinazione e buoni risultati nonostante gli ultimi due anni terribili che abbiamo vissuto a causa della pandemia.
Governare una comunità è molto complicato; non esistono né ricette, né bacchette magiche. Esiste soltanto il lavoro, il lavoro ed ancora il lavoro.
Diffidate dagli alleati di chi ha sempre detestato il Sud, di chi è sostenuto dai no vax, di chi è apparso in città alla vigilia delle elezioni dopo anni di assenza, di chi pensa che uno schiocco di dita risolva i problemi, di chi con cavilli ha tentato di bloccare ogni opera pubblica a cominciare dall’aeroporto.
Ma soprattutto siamo gli unici ad avere un programma chiaro per il futuro di Salerno in tutti i campi (infrastrutture, sanità, ambiente, mobilità, cultura, lavoro). Salerno ancora più avanti per sottolinea questa voglia di ripartire dopo la pandemia per raccogliere i frutti dei grandi investimenti e programmi in corso che genereranno investimenti e lavoro. Sono le precondizioni per consentire ai nostri giovani di valorizzare a Salerno il proprio talento.
La sua e’ formazione socialista. Quando ha pesato nel suo percorso questa tradizione?
La mia storia personale e politica mi ha reso l’uomo e il sindaco che sono oggi. Aperto al dialogo, al confronto, sensibile verso le fasce più deboli, i dimenticati. Sono e resto una persona che ama camminare tra la gente. Questo lo devo anche alla mia formazione socialista che ho sempre rivendicato con orgoglio e che ha trovato un naturale seguito nella milizia nel Partito Democratico.
Ricordo Vincenzo Giordano, una persona perbene, un politico di grande temperamento. È stato un esempio per me e non ne dimentico gli ideali e gli insegnamenti.
Così come mi preme citare Vincenzo De Luca, prima sindaco di Salerno e ora presidente della Regione Campania, come esempio di buon governo guidato da una grande capacità di lavoro fatto di intuizioni e da una visione che ha collocato Salerno in una dimensione europea.
Tema giovani. Quali idee, per flash, immagina di mettere in campo per costruire opportunità? Per tenere qui tanti ragazzi che pensano di lasciare la città?
Il lasciare la città non è necessariamente un processo negativo se è una scelta non dettata dal bisogno. Ci sono ragazzi che scelgono di fare esperienze fuori i confini regionali o nazionali così come ci sono altri giovani che decidono di fare esperienze da noi. L’interscambio fa parte di questa nuova società, dove i confini sono meno definiti e, per fortuna, invalicabili di un tempo. Questo non significa che non dobbiamo continuare a lavorare per le nuove generazioni. Abbiamo presentato il progetto del PalaSalerno che sarà un grande attrattore di società sportive, eventi, attività commerciali. Abbiamo dato priorità in questi anni ad una programmazione culturale aperta anche alle nuove generazioni, penso a Salerno Letteratura, Limen Festival, FantaExpo, Linea d’ombra e tanti altre manifestazioni di musica, teatro, danza.
Abbiamo recuperato il complesso monumentale di Santa Sofia, nel cuore del centro storico che è stato trasformato in un contemporaneo Palazzo di Innovazione, fucina di talenti e manager del futuro.
Non dimentichiamo che siamo interconnessi con l’Università degli Studi di Salerno frequentata da migliaia di studenti salernitani e non solo. Da noi si viene per imparare, conoscere e restare.
Se guarda ai passati cinque anni vede qualcosa che non avrebbe fatto o fatto diversamente?
In questi cinque anni abbiamo realizzato tanto, ma la Salerno del mio futuro deve ancora veder realizzato, tra le altre cose, il nuovo Ruggi e il PalaSalerno. Mi sarebbe piaciuto che in questa consiliatura fosse realizzato il Corso. Purtroppo in Italia siamo ostaggio di ricorsi che bloccano progetti per cavilli o scartoffie burocratiche. Mi aspetto che anche questo progetto, finalmente, veda la luce.
Cinque anni fa la vittoria al primo turno. I sondaggi raccontano di una partita aperta. Lei che idea ha?
Non mi soffermerei sui sondaggi, magari farlocchi e a pagamento, che stanno circolando in questi giorni. Tra l’altro c’è chi ha goffamente confuso Salerno con Frascati. Noi i sondaggi li facciamo da cinque anni tra la gente, amministrando la città. Nel corso degli incontri vedo entusiasmo e partecipazione. Anche i nostri candidati lavorano alacremente. I giochi, in ogni caso, non si fanno con una singola partita ma si decidono in un campionato intero. Io, in prima persona e la mia squadra, abbiamo lavorato senza sosta per il bene della nostra Comunità. Sono certo che i salernitani sappiano riconoscere l’impegno messo in campo in tutti questi anni, non ultimo in questa durissima gelata che è stata il Covid. Abbiamo consegnato i buoni di solidarietà a chi ha vissuto, a causa della pandemia, un momento difficile. Abbiamo sostenuto le fasce più deboli con supporti psicologici, abbiamo aperto centri vaccinali in tutta la città in collaborazione con la Asl. Ci siamo sempre stati e sempre ci saremo se gli elettori riporranno ancora una volta la fiducia in noi. Sono convinto che saremo riconfermati al primo turno con un consenso ampio in ragione dei risultati raggiunti e della nostra credibilità.