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23 Novembre 2024

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“La politica non può strumentalizzare la fede cristiana”

“Sono del tutto d’accordo con il cardinale Parolin. Non si puo’ strumentalizzare la fede cristiana piegandola a finalita’ politiche o di partito. Proprio per questo la partecipazione del segretario di Stato vaticano e di altre alte autorita’ ecclesiastiche all’incontro conclusivo del Bureau del Gruppo Partito Popolare Europeo a Roma non va letta in modo banale come il patrocinio a una forza politica. Ha un significato diverso e piu’ alto, per noi molto piu’ importante. Riguarda la naturale convergenza storica e culturale su un’idea di Europa fra la Chiesa Cattolica e la maggiore famiglia politica europea”. Cosi’ il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi in una lettera ad Avvenire. 

“Quando – scrive -rivendichiamo per l’Europa un ruolo nel mondo, lo facciamo in nome di questa visione dell’uomo, che e’ universale, che dobbiamo non soltanto difendere nei nostri Paesi ma promuovere nel mondo perche’ ogni essere umano e’ portatore degli stessi diritti. Essere liberali e cristiani per noi significa la tutela della vita in ogni sua forma e in ogni suo momento, dal concepimento alla morte naturale”, aggiunge.

“Proprio questo ci richiama a un duplice dovere dell’Europa: da un lato quello di farsi carico dell’accoglienza in modo solidale, senza lasciarne l’onere solo sui Paesi, come l’Italia, piu’ esposti alle ondate migratorie, dall’altro quella di essere promotrice di stabilita’ e di sviluppo nei Paesi a sud del Mediterraneo in modo da prosciugare alle radici l’esigenza stessa di emigrare. Un’immigrazione regolata – sottolinea – da leggi a un tempo umane e rigorose e’ nell’interesse stesso delle societa’ europee in crisi demografica. Ma questo e’ naturalmente cosa ben diversa dalle ondate incontrollate e disperate che si rovesciano sulle nostre coste, che generano solo tensioni e guerre fra poveri che fanno male alle nostre societa’ e agli stranieri. Questo non significa semplicemente inviare aiuti, non sempre ben impiegati, significa invece far valere il peso economico e politico dell’Europa per determinare in quei Paesi processi di sviluppo sano e sostenibile e riforme strutturali che garantiscano non solo piu’ efficienza e benessere ma anche condizioni di liberta’ e di dignita’ delle persone che ci vivono”.

Per Berlusconoi “sono gli stessi valori dell’Europa cristiana e liberale di cui abbiamo parlato al vertice del Partito Popolare Europeo e che sono la nostra ragione per dirci europeisti. Valori che ci pongono naturalmente in sintonia con la Chiesa senza in alcun modo ne’ dare un carattere confessionale alla nostra azione, ne’ voler strumentalizzare la Chiesa rivendicando un collateralismo che non esiste piu’ in Italia – ed e’ un bene che sia cosi’ – almeno dalla fine dell’esperienza storica della Democrazia Cristiana. Per questo il dialogo con la Chiesa Cattolica e’ fatto di naturale sintonia sui principi, ferma restando – conclude- la necessaria autonomia della politica e la totale liberta’ della Chiesa rispetto a qualsiasi logica di schieramento”.

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