di A. Marco Del Cogliano per RecensioniPerEsordientiq.it
“Tentò ancora una volta” è un libro visionario, che squarcia il velo di ipocrisia dietro il quale nascondiamo il malessere indotto massimamente dalla società in cui viviamo.
Mariano Scartabellari, il protagonista, è un giovane uomo dall’indole solitaria, che conduce una vita sospesa fra la metropoli, dove gestisce una Casa Vacanze, ed il paese natìo, Cuoreverde, ove ancora abita l’anziana madre; il padre, venuto a mancare anni addietro, è stata una figura inquietante sia per lui che per la madre, causa di tanti fra i traumi che Mariano si porta dietro.
Il protagonista preferisce l’inverno all’estate, il silenzio al frastuono, la solitudine alla compagnia vacua, e decritta la realtà che vive e lo circonda tramite le lenti dell’ironia, del sarcasmo, della depressione e delle allucinazioni che sovente lo attanagliano.
Pure, a seguirne il filo dei pensieri, Mariano è persona disperatamente legata alla vita, uomo che nonostante tutto prova a barcamenarsi in una realtà che rileva spesso quale assurda, sempre ingiusta, in grado di “guastare” l’anima e avvelenare la naturalezza del tempo.
E’ un romanzo del disagio, quello magistralmente orchestrato dallo scrittore Francesco Testi, con un finale inatteso, che si scaglia come un fendente – forse inevitabile, senz’altro fulmineo – nella carne viva del lettore.
Un libro per chi – parafrasando il titolo – non si arrende nonostante tutto, per chi lotta pur disperando nella vittoria, alla sognante e illusoria ricerca di una dimensione esistenziale autentica e degna di esser vissuta. Un capolavoro di intimismo, coraggio e originalità.