“Letta non deve fare l’errore di leggere il risultato di queste elezioni comunali nell’ottica delle prossime politiche. Ora lui deve fare una scelta: decidere se continuare ad andare dietro a un Movimento morto oppure guardare a un’alternativa”. Così Carlo Calenda, arrivato terzo nella corsa per il sindaco di Roma, in a ‘La Stampa’.
Vede oltre i confini di Azione. “Esiste un’area, che io definisco riformista pragmatica, che si trova nel modo di governare di Mario Draghi e a cui bisogna dare rappresentanza. Possiamo chiamarlo ‘fronte von der Leyen’: socialdemocratici, liberaldemocratici e popolari insieme, per emarginare populisti e sovranisti”. Chi sono gli interlocutori di questo percorso? “Letta è il mio primo interlocutore, se molla Conte. Poi, ad esempio, mi viene in mente Mara Carfagna e altri in Forza Italia, che fanno parte della famiglia popolare europea e non vogliono morire sovranisti, sotto il binomio Salvini-Meloni”.
E Matteo Renzi? “Con Renzi – conclude Calenda – il problema è che, secondo me, l’attività di leader politico non è conciliabile con quella di businessman. Ma anche in Italia Viva ci sono persone di qualità, a cominciare dalla ministra Bonetti, che rispondono a quell’idea di politica di cui parlavo”.