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15 Novembre 2024

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Da Napoli una speranza per combattere l’Hiv

Da Napoli una speranza per il Paese ed il Mondo. Una importante iniziativa è stata promossa dall’ospedale Cotugno di Napoli, con il patrocinio della Simit (Societa’ Italiana Malattie Infettive e Tropicali).

Ci sono nuove cure per combattere l’AIDS.

Dopo circa 40 anni e 40 milioni di vittime l’infezione da Hiv si puo’ trattare con una terapia composta da soli due farmaci da assumere in un’unica compressa e presto sara’ sufficiente un’iniezione intramuscolare ogni due mesi che migliorerà ulteriormente la condizione dei pazienti sieropositivi. Le innovazioni terapeutiche sono state discusse nel corso del V Workshop Hot Topics in Infettivologia a cui partecipano i massimi esperti in materia.

“Oggi disponiamo di ulteriori opzioni terapeutiche come la terapia a due farmaci o ‘dual combination’ che non sostituisce quella a tre farmaci”. Cosi Elio Manzillo, direttore U.O.C. Immunodeficienze e malattie dell’immigrazione dell’ospedale Cotugno.

“I pazienti sono selezionati in base alla possibilita’ effettiva di assegnare loro una terapia a due farmaci e li’ dove e’ possibile siamo ben lieti di ridurre il carico farmacologico che impatta sull’organismo anche perche’ i pazienti sieropositivi in eta’ avanzata presentano comorbidita’ spesso legate all’eta’, per cui dare un principio attivo in meno significa dare minore tossicita’ e creare meno interazioni farmacologiche”. Nel 2022 sara’ disponibile la terapia ‘long-acting’ che prevede una somministrazione per via iniettiva ogni due mesi. ”Tutto questo – prosegue Manzillo – si ripercuote in modo positivo sulla qualita’ di vita del paziente che andra’ molto meno in ospedale e contribuira’ alla gestione della patologia in modo attivo e partecipativo”. Il Workshop e’ stata anche l’occasione per i medici del Cotugno, eccellenza nel campo dell’infettivologia, per lanciare un appello ai pazienti perche’ ”tornino a curarsi”. ”Non ci siamo mai fermati nella cura delle altre patologie infettive – ha affermato Rodolfo Punzi, direttore Dipartimento Malattie infettive del Cotugno – il Covid ha reso necessaria una completa riorganizzazione delle risorse economiche e umane, ma non abbiamo mai abbandonato le altre malattie infettive. Purtroppo il Covid ha allontanato i pazienti sieropositivi che – ha spiegato – per paura del contagio si sono aggravati e dunque ora dobbiamo recuperarli. A loro rivolgo un appello: venite con tranquillita’ in ospedale perche’ sarete al sicuro”.

Il Cotugno e’ dotato di quattro divisioni Covid e quattro non Covid, dove sono ospitati anche i pazienti con HIV. Secondo i dati forniti da Vincenzo Sangiovanni, direttore U.O.C. Infezioni sistemiche e dell’immunodepresso, il Cotugno segue circa 2600 pazienti sieropositivi e ogni anno circa 130 i nuovi positivi che scoprono di essere malati dopo aver effettuato lo screening in forma anonima. I pazienti che invece arrivano con la malattia gia’ conclamata, circa un 30 per cento, sono soprattutto extracomunitari, in molti casi senza documenti, e pertanto non possono attivare un day hospital.

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