Di Massimo Ricciuti
Francesco Di Cristofaro è raffinatissimo musicista, etnomusicologo, flautista, pianista, fisarmonicista e studioso di fama internazionale. Campano dell’area vesuviana, Di Cristofaro è un artista in continuo movimento. Intento continuamente a cercare nuovi spunti e intraprendere collaborazioni. Un artista di raro spessore e persona affamata di esperienze. Rigoroso come un missionario, si muove dai balcani, all’Azebargian, dalla Spagna alla Macedonia e oltre. Francesco ha reso concreto un progetto molto ambizioso partendo da un sogno ed è riuscito, in un momento difficilissimo per l’industria musicale, a fondare una start up culturale estremamente innovativa e di successo. Un’etichetta discografica ormai ben consolidata, sfidando i luoghi comuni.Francesco, raccontaci la genesi della realizzazione di Liburia Records.
L’idea di partire con un etichetta indipendente, per favorire la pubblicazione e la promozione di dischi e progetti di nostro interesse era già nell’aria da diversi anni, maturata dal fatto di trovare sempre maggiori difficoltà nell’individuare una realtà locale che si occupasse di tutti gli aspetti legati alla produzione discografica in tutte le sue parti, dalla pre-produzione alla messa sul mercato dei prodotti discografici.
Sul finire del 2019 ho deciso insieme al mio collaboratore Gabriele Tinto di mettere inizio a questa nuova esperienza che fino ad ora, nonostante il delicato periodo di stop e pandemia, ha già portato degli ottimi risultati con sette pubblicazioni realizzate ed altre in dirittura di arrivo. L’idea principale, in linea con le premesse originarie, è stata quella di avviarci alla creazione un polo da potenziare nel corso degli anni con il quale poter offrire tutti i passaggi necessari per la realizzazione di un progetto discografico. I lavori, che variano a più livelli, sono incentrati con un importante parte dedicata alla promozione dei cataloghi, con la presenza di un ufficio stampa interno e di altri collaboratori, alla distribuzione digitale e fisica, con la possibilità di poter distribuire i nostri cataloghi in tutta europa, e con la parte di realizzazione grafica, audio/visiva ed artistica. L’obbiettivo principale è quello di poter lavorare a più piani, sia come realizzazione generale di un progetto discografico, dalla sua genesi fino alla messa sul mercato, passando per tutti i vari step intermedi, sia come supporto in progetti in parte già pronti. Il tutto chiaramente in linea con la nostra idea artistica e musicale che si è delineata con la divisione di due cataloghi separati: Liburia Experimental e Liburia World.
Potresti spiegare quali sono i passi da fare e i costi da sostenere per riuscire a partire con un progetto di questo tipo? Hai trovato molti ostacoli? Come muoversi tra burocrazia e intertizi legali?
Come primo step, ci siamo affidati nella mani di un commercialista esperto di terzo settore, con il quale si è deciso di optare per la fondazione di una APS con partita iva, dedicata, come da statuto, alla promozione e produzione di artisti associati, alla realizzazione, alla diffusione e alla distribuzione di supporti fonografici, alla stampa di supporti audio/video e alla realizzazione di documentari, eventi culturali e rassegne. I costi iniziali, oltre agli oneri del commercialista, sono quelli standard per l’apertura di una Aps con i costi di gestione annuali che variano di caso in caso. Tra gli altri costi presenti ci sono quelli annuali per quanto riguarda l’apertura e la gestione di un conto corrente bancario, di una casella di posta certificata e di fatturazione elettronica, della realizzazione e della gestione del sito web, necessario per questo tipo di attività, e della parte relativa alla realizzazione dei loghi grafici e promozionali. Con sede a Sant’Arpino, in provincia di Caserta, dopo l’apertura legale dell’APS Liburiaabbiamo iniziato con le diverse assemblee associative che hanno visto la presenza dei diversi soci che hanno aderito a questa iniziativa e alla messa sul campo dei diversi progetti da realizzare, sopratutto in ambito discografico. In linea di massima, l’investimento iniziale con tutti i costi di aperture e gestioni è stato orientativamente di circa 2000 euro.
Ormai Liburia Records è riuscita nello scopo di varcare i confini e concorre con altre realtà internazionali. Un successo ma anche il marchio distintivo del progetto culturale. Come si procede, in questo caso, con la distribuzione?
Per quanto riguarda gli aspetti legati al mondo della distribuzione, in un momento storico in cui è la musica liquida a farla da padrone, le nostre pubblicazioni è possibile trovarle in versione digitale, su tutte le piattaforme da Spotify ad Amazon Music, passando per quelle che sono disponibili anche nei paesi asiatici come Cina e Giappone. La presenza in rete attualmente permette una visibilità ed un riscontro in termini di ascolti molto importante e permette inoltre, attraverso i dati, di poter individuare anche quali luoghi o nazioni siano più sensibili ad un certo tipo di disco/ progetto e quindi di poter indirizzare anche successivamente una promozione mirata su un certo tipo di territorio.
Pensiamo che oltre alla distribuzione digitale sia comunque importante continuare a promuovere ed avere una presenza anche sul campo dei nostri prodotti. Da inizio 2021 abbiamo sviluppato una rete di contatti con il nord Europa, tramite il distributore Xango Music, che ha accolto le nostre proposte e che permette la presenza fisica dei nostri dischi in Olanda, Belgio e Lussemburgo oltre alla presenza su diversi siti e negozi online in tutta Europa. Importante per la riuscita di un disco è l’aspetto promozionale, che attuiamo con un ufficio stampa interno, grazie al quale è possibile far arrivare le nostre pubblicazioni a giornalisti, radio e classifiche , permettendo una maggiore visibilità non solo in Italia ma in tutta Europa.
Inoltre, attualmente stiamo lavorando per poter distribuire i nostri cataloghi anche sul mercato nord americano ed asiatico.
I prossimi mesi, pandemia e restrizioni permettendo, ci vedranno presenti con la promozione dei progetti del catalogo Liburia World, in due importanti fiere internazionali dedicate al mondo della world music, il Womex a fine Ottobre che si terrà in Portogallo e il Visa For Music che si terrà a fine Novembre in Marocco.
Avete un catalogo che vi caratterizza in modo molto chiaro. E’ molto articolato. Una produzione estremamente curata, elegante e essenziale. E’ così che siete riusciti a fidelizzare il vostro pubblico?
Sin dal primo momento, in linea con le nostre passioni e con i nostri trascorsi artistici, abbiamo deciso di sviluppare l’intera linea di pubblicazioni su due cataloghi completamente differenti.
Il primo, Liburia Experimental, è stato pensato per raccogliere progetti ed artisti legati al mondo delle musiche non convenzionali; dalla musica elettroacustica ed elettronica alla sperimentazione più radicale. Il risultato, fino ad ora, è stata la pubblicazione di diversi progetti trasversali e di respiro internazionale con artisti provenienti da diverse parti del mondo.
Degoya, con il disco Fragmenta, è stato il primo progetto pubblicato nel 2020 che testimonia un lungo lavoro di sessioni di improvvisazioni tra strumenti di diverse tradizioni musicali coadiuvati dall’uso dell’elettronica e dell’elaborazione del suono sia in real time sia in post produzione.
Successivamente, durante il periodo di pandemia, abbiamo lanciato una call per la realizzazione di una compilation di composizioni ideate durante il periodo di lockdown; la risposta è stata straordinaria, con oltre 150 proposte arrivate da artisti di tutto il mondo e con la complessa selezione di 20 composizioni, pubblicate in due compilation in versione digitale, intitolate “Sound diaries in quarantine time, Vol.I e Vol.II”.
La pubblicazione di ACR0N, il disco del giovane duo napoletano Capasso/ Laudante, mette in scena un imponente e delicato lavoro di elettronica e computer music che si incontra e si scontra con il suono acustico del pianoforte.
Tra tutti i progetti spicca quello dell’artista inglese Distant Animals, con Constancy blooms, un interessante lavoro di Site Specific, che ruota tra gesti e tessiture di elettronica, free jazz e field recordings, realizzato in dieci anni di residenze e collaborazioni con altri musicisti del Regno Unito e pubblicato con la nostra etichetta in digitale e su cassetta.
All’orizzonte un mio nuovo personale concept/album in uscita il prossimo autunno, che raccoglie alcuni lavori tra drone music ed elettroacustica realizzati in questi ultimi tre anni, più altre pubblicazioni di artisti stranieri programmate per il 2022. L’altro catalogo, Liburia World, è dedicato ai progetti legati alla riproposta di musiche tradizionali con una prospettiva attuale, sia in termini di repertorio che di sound.
La Giostra, il nuovo disco del gruppo Kerkim, pubblicato nell’ottobre 2020, è un viaggio nel Mediterraneo con un progetto che vede coinvolti diversi repertori tradizionali, dalle coste pugliesi, all’Albania fino al Maghreb mescolati con brani inediti. In continuità con questa pubblicazione si pone Main Hands, il disco di debutto della percussionista pugliese Manuela Salinaro; un concept album dedicato al mondo delle percussioni. Un viaggio sonoro che tocca diverse atmosfere e diversi sound, grazie anche alle tessiture ricamante dal delicato uso di Shynt, fields recordings ed elettronica. Il disco, che sta vantando diversi importanti riscontri di critica ed ascolti, ha visto inoltre la collaborazione di numerosi musicisti ospiti, tra cui il violoncellista Redi Hasa.
Una anticipazione sulle prossime pubblicazioni?
Prossimamente è in lavorazione il nuovo disco dei Brigan, gruppo che vanta già numerosi dischi ed un attività concertistica decennale, con un nuovo progetto che è in via di pubblicazione. E poi è in uscita “SPEIRA”, il mio nuovo lavoro solista per Liburia Experimental… ma di questo ne parleremo presto nel dettaglio.