” In verità la notizia della riapertura del cinema-teatro Acacia, non mi coglie di sorpresa. Era nell’aria, credo che, almeno al momento, non vi fossero alternative, se non quella di continuare a tenerlo chiuso. Comunque di certo è una buona notizia, che premia una battaglia che, insieme ai cittadini, sto conducendo da quasi un anno e che farà felici le tante persone legate, anche affettivamente, alla storica sala di via Tarantino, a confine tra i quartieri del Vomero e dell’Arenella, sala che vide la luce all’indomani della fine della seconda guerra mondiale “. E’ questo il commento a caldo0 di Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, da sempre in prima linea per la salvaguardia e la tutela delle strutture cultuali della collina, anche quali luoghi di aggregazione e di socializzazione per i circa 120mila residenti. Lo stesso Capodanno era già sceso in campo nel corso della stagione teatrale 2012/2013 quando l’Acacia era rimasto chiuso alcuni mesi, riaprendo poi il 6 febbraio 2013 con lo spettacolo del fantasista Brachetti, dopo una battaglia condotta anche allora dal Comitato Valori collinari.
Era stato sempre Capodanno, nel dicembre dell’anno scorso, a lanciare l’appello, chiedendo l’intervento della Sovrintendenza per salvare il cinema-teatro Acacia dal rischio che potesse essere trasformato in un supermercato o in un garage, come si vociferava, o comunque perdere la sua duplice veste originaria di cinema e di teatro, avviando il procedimento per il vincolo di destinazione d’uso, in base alla norme dettate al riguardo dal Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, il codice dei beni culturali e del paesaggio, emanato ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137.
“Una procedura, quella del vincolo di destinazione d’uso – precisava all’epoca Capodanno -, che, per analoghi motivi, a Napoli era stata già adottata alla fine dell’anno 2014 per salvare un altro teatro cittadino, il teatro Trianon. Anche in quella circostanza si temeva che l’antico teatro partenopeo, sito nel centro del capoluogo partenopeo, potesse essere trasformato in un supermercato o in una sala bingo. Dopo l’appello lanciato alle istituzioni, attraverso i social, da comitati, associazioni e cittadini al grido: “Salviamo il Trianon!”, appello al quale partecipò anche un apposito gruppo da me fondato su Facebook con circa 2.500 iscritti, fu avviata la procedura per il vincolo di destinazione d’uso che bloccò ogni possibilità di trasformazione “.
“In pratica – puntualizzava Capodanno -, sulla scorta del dettato dell’art. 14 del decreto legislativo citato il procedimento per la dichiarazione dell’interesse culturale viene avviato dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Napoli e Provincia, “anche su motivata richiesta della regione e di ogni altro ente territoriale interessato, dandone comunicazione al proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo della cosa che ne forma oggetto”. Dopo la comunicazione non è più possibile modificare la destinazione d’uso del bene interessato, in attesa delle necessarie verifiche e della dichiarazione d’interesse culturale. C’è solo la possibilità di un ricorso disciplinato dalle stesse norme “.
“Tutto è bene quello che finisce bene – conclude Capodanno -. Naturalmente continueremo a prestare la massima attenzione alla vicenda, perché non si verifichi in futuro per il cinema-teatro Acacia quando già accaduto per il cinema Arcobaleno, che, dopo una prima chiusura, avvenuta nel gennaio del 2014 e dopo una battaglia sostenuta insieme a tanti cittadini, con petizioni e flash mob, riaprì dopo diciotto mesi, per poi richiudere definitivamente, dopo che il nuovo gestore aveva deciso di non rinnovare il contratto, nel marzo di quest’anno per essere trasformato in uno store cinese “.