Di Massimo Ricciuti
Ci risiamo, anzi, abbiamo fatto di tutto per riesserci. Dove? Sull’orlo del baratro. Pare proprio che per quanto riguarda il “tema” Covid cerchiamo di fare tutto per non uscirne…
E’ in atto un sistema di rimozione psicologica della malattia. Presi da una sorta di sfinimento abbiamo mollato ogni minima precauzione, ogni minima misura di sicurezza. Abbiamo ricominciato a comportarci come se niente fosse accaduto. Come se i lutti, il dolore, la sofferenza nostra e altrui non ci riguardassero più. Abbiamo ripreso i comportamenti di un quotidiano che invece, dobbiamo capire, non esiste più e non esisterà più. Dobbiamo capire che siamo entrati in un’altra epoca. Il perpetuare certi riti, abitudini e consuetudini è un atto patologico. Sicuramente rassicurante, ma sintomo di un disadattamento, di una inadeguatezza di vivere il contemporaneo. Come se durante una guerra decidessimo di non metterci al riparo dai bombardamenti per non interrompere il pranzo familiare. Invece dobbiamo dare un senso al dolore dei corpi. Al loro disfacimento. E’ il disfacimento di un’epoca. Le grandi crisi si accompagnano sempre a dolorosi e catastrofici eventi che coinvolgono i rituali del quotidiano. Li sostituiscono con altri e nuovi. E dobbiamo imparare a farlo anche oggi, tutti. Ogni epoca ha i suoi linguaggi, i suoi ritmi, i suoi sistemi semiotici.
Dobbiamo saper amare e dimostrare affetto sempre, al di là del singolo fenomeno cui siamo abituati. Altrimenti non è volersi bene, non è altruismo, non è vita… ma l’egoistica simulazione. Un testo molto importante (e perdonatemi se capita di citarlo sovente) per comprendere queste dinamiche è “La Malattia Come Metafora” di Susan Sontag. La messa in scena del momento di cambiamento di fase storica attraverso la crisi del “corpo” è centrale per essere attori e non spettatori della Storia (e non sono hegeliano, badate, né determinista). Leggere gli “Indifferenti” di Moravia può spiegare invece la costruzione di vere e proprie realtà parallele per non doversi mettere in discussione. Per farla breve, ne abbiamo abbastanza di novax, nopass, nobrain e negazionisti. Non c’è nessun complotto. Ma bisogna accettare la realtà e agire in modo conseguente. Siamo sulla soglia di un’ondata durissima, con la Delta già incalzata dalla sottovariante Delta Plus, la campagna vaccinale ferma. Persone che credono a Enrico Montesano mentre arringa la piazza dicendo letteralmente che con il vaccino “ci iniettano nano robot”, le stesse persone che ieri ingoiavano grilli veri e oggi non accettano che esita un virus che ha provocato solo in Italia quasi centocinquanta mila vittime. Vogliamo citare il ruolo della Peste?! Ricordare le scene manzoniane? Le centinaia di migliaia di persone radunate in Piazza del Duomo a Milano per pregare contro la peste e ovviamente ritrovarsi tutti sotto il colpo finale della malattia?! Davvero siamo sempre quelli?! Proprio non ce la facciamo a cambiare… E’ così terribile indossare una mascherina ffp2? Allora dovreste anche smettere di guidare con la cintura di sicurezza! Ci si raccomanda di evitare pranzi e cene con più di sei al massimo otto persone e distanziate… e invece continuiamo. Finendo per mandarci reciprocamente in terapia intensiva. E’ notizia recentissima di un pranzo familiare di domenica scorsa dove tutti i partecipanti sono finiti contagiati e molti in rianimazione. Ci si appella al senso di responsabilità. Giustissimo. Ma dov’è questo senso di responsabilità?
E qui passiamo al punto finale e dirimente.
Tutti gli studi internazionale e italiani hanno assodato che la copertura vaccinale ha un calo vertiginoso fino quasi a azzerarsi dopo il quarto mese finendo a zero al sesto.
Sarebbe il caso di non tardare la somministrazione delle terze dosi! C’è che parla di estenderla dall’inizio del 2022. Ma nel frattempo chi ha già superato la finestra di cinque-sei mesi che fa? Si chiude in casa?!
Perché dobbiamo sempre rincorrere le cose a disastro già accaduto?!
Fare subito le dosi booster a chi ha superato il periodo dopo il quale è a altissimo rischio di lasciarci le penne! Non tutti crediamo ai microchip! Piuttosto vorremmo evitare altra sofferenza, altri lutti.
Pensiamo solo al fatto che in pieno inverno e a Natale ci ritrovassimo scoperti… questa volta il Paese non sarebbe in grado di risollevarsi né sotto il profilo sanitario, né su quello sociale e sarebbe la fine per l’economia. La pietra tombale. Questa volta non si scherza. Altro che dittatura sanitaria, caro il mio Montesano!
Per tanto mi aspetto che proprio in nome della tenuta del Paese si proceda immediatamente con i booster anche agli under ‘sessanta subito se si è superati i sei mesi. Non possiamo rischiare. Facciamo andare in piazza Montesano, riesumiamo pure Bombolo e Alvaro Vitali.. ma vediamo di evitare il peggio!