Abbiamo atteso perché ci sembrava folle ed attendevamo una retromarcia. Ma nulla.
Il sindaco leghista di Terni, Leonardo Latini, insiste. L’ordinanza contro le minigonne e le scollature non sarà ritirata.
Nel testo del provvedimento si evidenzia che è fatto divieto “di porre in essere comportamenti diretti in modo non equivoco ad offrire prestazioni sessuali a pagamento, consistenti nell’assunzione di atteggiamenti di richiamo, di invito, di saluto allusivo ovvero nel mantenere abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo ovvero nel mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione. La violazione si concretizza con lo stazionamento e/o l’appostamento della persona e/o l’adescamento di clienti e l’intrattenersi con essi e/o con qualsiasi altro atteggiamento o modalità comportamentali, compreso l’abbigliamento, che possano ingenerare la convinzione che la stessa stia esercitando la prostituzione”.
Una follia. Una roba scritta male che offende le donne, Medioevo che diventa cultura di governo. Una scelta inefficace anche per combattere la prostituzione.
Eppure insiste, si dice sorpreso e va avanti.