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17 Novembre 2024

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L’inchiesta di Salerno ed i rischi di un corto circuito 

Spaventa la stampa che decide di diventare il megafono di una inchiesta. È il pericolo che si sta manifestando nella vicenda salernitana, quella delle cooperative.

È il rischio che corre la stessa stampa, nazionale e locale, che per anni, con rare e coraggiose eccezioni, ha rinunciato al suo ruolo. 

Sono i grandi organi di informazione, con essi alcuni locali, che sono stati troppo distratti quando un sistema politico diventava eccessivamente forte ed ‘invadente’, sono gli stessi che hanno dato poco spazio e scarso credito a quella politica che pure denunciava e chiedeva un riflettore sulla gestione della cosa pubblica a Salerno ed in Campania. Sono gli stessi che derubricavano a militanza politica le letture piu impertinenti.

Ora si scoprono tutti ‘fustigatori’ del Sistema, ora tutti attendono veline ed indiscrezioni da Palazzo di Giustizia. 

Il rischio è quello di ripetere un corto circuito che può generare solo guasti. Chi ha memoria sa che il rapporto viziato ‘Procure/Giornali’, provoca danni. Per tutti. 

È una storia che va avanti dai tempi di Tangentopoli quando le Procure decisero, avviando una follia, di dialogare con i giornali per pilotare indiscrezioni e segreti, è una storia che va avanti da quando i direttori dei giornali decisero di fare sponda ai magistrati, da quando decisero di concordare titoli ed omissioni, obiettivi da colpire. È capitato e per anni abbiamo pagato il conto ed ascoltato, poi, giornalisti pentiti. 

Va evitato. Va fatto perché così si mina la serietà delle inchieste, perché si alimenta un clima infame. Perché si rinuncia ad ruolo terzo e critico.

È dovere, anche della stampa, ricordare i principi scolpiti nella Costituzione che ci invitano al rispetto delle persone e della presunzione di innocenza, è compito di ogni persona libera e garantista denunciare l’uso disinvolto e violento delle intercettazioni e del Trojan. È il tempo di sottolineare le stranezze di certa avvocatura che, come avvenne negli anni novanta, si muove con equivoca professionalità.

Tocca mettere in campo equilibrio ed una giusta dose di impertinenza.

E come non capito’ per Tangentopoli bisognerà distinguere i singoli reati dalla volontà di processare una stagione, toccherà sottolineare le differenze fra fattispecie di reato, odiose e fastidiose, e costumi diffusi della politica.

Non tocca alla toghe giudicare o chiudere un periodo storico. 

Tocca alla politica e la stampa dovrebbe saperlo, ricordarlo. Ad ognuno il suo ruolo. 

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