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17 Novembre 2024

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Napoli, il razzismo che non si cancella e non si dimentica 

di Luca Mazzeo 

Ciò che accaduto in terra campana ai danni di un cittadino di colore è la rappresentazione della decadenza umanitaria in cui l’Italia è caduta da diverso tempo. Sono passati dei giorni. Non cali il silenzio.

Le capacità di una persona ormai non vengono più considerate ma si punta alla differenzazione tra bianco e nero calpestando così un principio più volte evidenziato chiamato meritocrazia.

L’episodio fa emergere una continua violazione della legge numero 205 del 25 giugno 1993 (contro ogni forma di discriminazione razziale), la quale dice chiaramente e lo ricordiamo: “Si condannano severamente frasi, gesti, azioni e slogan aventi per scopo l’incitamento all’odio, l’incitamento alla violenza, la discriminazione e la violenza per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali”.

Va ricordato che essere datore di lavoro vuol dire garanzia dei diritti primari (dignità, retribuzione congrua per un adeguato sostentamento individuale e familiare ed una tranquillità psicologica adeguata al fine di condurre qualunque dipendente all’ottimizzazione produttiva).

Tali criteri sono venuti a mancare totalmente in quanto la vittima dell’aggressione verbale si è trovata dinanzi ad una persona priva di contenuti stilistici e tattili che andrebbe estromessa da ogni contesto lavorativo, poiché artefice di un reato, il Mobbing sul lavoro.

Per Mobbing si intende l’insieme di comportamenti  violenti perpetrati da superiori o colleghi  nei confronti di un lavoratore conducendolo così ad un stato psicofisico estremamente dannoso.

Il verificarsi di situazioni incresciose come questa, in maniera troppo frequente da nord a sud, è frutto anche di un accanimento mediatico da parte della politica nazionale nei confronti di tali soggetti a volte ingiustificato e intollerabile.

È indubbio che il fenomeno dell’immigrazione clandestina va combattuto e tenuto sotto controllo, ma ciò non significa far di tutto un’erba un fascio, anzi bisogna incentivare tutti coloro i quali fanno della fatica la propria ragione di vita.

Le ricette da attuare sarebbero tante, ma citiamo le più importanti: si implementi un progetto nazionale, regionale, locale che metta in risalto la cooperazione tra italiani e stranieri in ambienti lavorativi, si incentivi l’accesso al mondo del lavoro mediante la creazione veritiera di posti di lavoro sia per gli italiani che per gli stranieri, si incentivi la manodopera degli italiani e non, mediante un incremento consistente dei  salari mensili, si crei un Sistema Sanitario Nazionale davvero accessibile per tutti.

Solo così  si potrà abolire definitivamente la classificazione di cittadino di serie a e b.

Napoli è una città stupenda con le sue bellezze e non merita di pagare dazio per l’ignoranza del singolo.

Tutto questo divenga una lezione per chi ci governa.

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