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15 Novembre 2024

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Perché Greta Thunberg non va in Cina?

Di Felice Massimo De Falco


Ma perché Greta Thunberg non va in Cina a fare i suoi sermoni pop, dove il presidente ha annunciato che alzerà le emissioni’di CO2 fino al 2050 e aumenterà il ricorso al carbone? Oppure in India, dove le emissioni sforano senza controllo? Perché non manifesta contro i rigassificatori russi?
Credo che questa graziosa ragazzina sia piuttosto il prodotto di un raffinato quanto potente laboratorio di marketing potenziato di psicologia di massa, per creare, più che uno stile di vita alternativo, un veicolo pubblicitario per le multinazionali del green, che sfornano prodotti più cari di quelli in uso.
La questione climatica c’è ed è enorme, ma la lascerei a chi ne sa qualcosa in più e non ad una ragazzetta con la borraccia.
Perché s’incentiva all’uso di prodotti bio quando sono ancora un costoso mercato di nicchia? Perché le case automobilistiche sfornano auto elettriche e nel contempo aumentano l’energia elettrica (che compriamo dalla Francia che ha il nucleare), la benzina, il metano ? Perché i prodotti biodegradabili costano di più? Perché ci si oppone agli impianti di compostaggio?
Per me sono quesiti inevasi. La verità è che siamo demograficamente troppi e i costi di produzione sono di conseguenza elevati per soddisfare tutti. C’è poco spazio per filiera virtuose. Lo diceva il politologo Giovanni Sartori. Non è la mia visione paranoide della realtà.

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