Basterebbe guardare la scena finale di ‘Quo Vado’, il capolavoro di Checco Zalone, per capire che le province non sono state mai abolite e che la riforma avviata nel 2014 da Graziano Delrio, governo di centrosinistra, è stata un disastro. Si volevano abolire le Province, non è stato fatto. Si sono abolite le elezioni per le Province e si sono ridotti i trasferimenti procurando danni alle manutenzioni degli edifici scolastici e delle strade. Solo per citare i problemi più evidenti.
Ora le forze politiche, a Salerno, Caserta e Benevento, ma capita in tutta Italia, sono alle prese con le liste per le provinciali. A Napoli con l’organizzazione delle liste per il rinnovo del Consiglio della città metropolitana, altro mostro giuridico.
L’auspicio è che le forze politiche possano trovare l’occasione per denunciare ‘la truffa’ ai cittadini. È stato cancellato un loro diritto, quello ad esercitare il voto, sono stati indeboliti molti diritti perché indeboliti gli Enti che li regolamentavano e tutelavano.
Le segretarie dei partiti, allora, non siano prigioniere solo dei formalismi, producano politica. Lo facciamo i candidati.
Si denunci una Riforma a metà, si avvii un dibattito sulle cose da fare per modernizzare il Paese.
La riflessione parta dal basso, sia forte è convinta, anche plateale se necessario, mobiliti le coscienze, convinca i ‘partiti romani’ ad intervenire.
Le Province così non servono. Chi le vuole rappresentare inizi da qui.