Proseguono in pompa magna le presentazioni delle iniziative legate alla prestigiosa nomina di Procida a capitale italiana della cultura per il 2022. Ciò che però non è chiaro, sono le modalità operative con le quali questa kermesse verrà elargita sul tavolo dell’economia campana e meridionale in senso generale. All’indomani della presentazione dell’evento, che vedrà l’isola di Procida al centro dei riflettori nazionali dal 1 aprile al 30 ottobre 2022, e a seguito dei roboanti proclami con i quali il governatore campano De Luca ha garantito i trasporti marittimi gratuiti da e verso Procida, molti restano gli interrogativi sull’effettivo rilancio dell’economia regionale che, sotto molto aspetti, resta asfittica e declassata dalle inferiori opportunità delle zone interne rispetto alla fascia costiera. “E’ un’ottima iniziativa quella di garantire la gratuità nel trasporto marittimo da e verso Procida nel periodo interessato all’evento – esordisce Gianni Lepre, presidente del Club delle Eccellenze, opinionista economico del TG2 RAI e notista dell’Agenzia di Stampa Italpress – ma da quello che si evidenzia nella fase operativa, appare chiaro che a godere di questo stato di grazia dovuto allo svolgimento della kermesse e alle iniziative ad essa collegate, saranno quasi esclusivamente le isole adiacenti, che io definisco le gemme della Campania, e la fascia costiera che sarà interessata dall’andirivieni”. Il prof. Lepre, che tra le altre cose è Segretario generale di OroItaly e presidente onorario della Confraternita dei Sartori ha poi continuato: “l’handicap della politica nostrana è da sempre il non riuscire a dare impulso alle zone interne, le montate e pre montane, da sempre considerate solo bacino elettorale, ma che sono di una bellezza spettacolare, piene di storia, cultura, enogastronomia e filiere agricole inimitabili”. Il noto economista ha poi concluso: “Quello che mi chiedo da un po di tempo e che chiedo adesso, è cosa prevede il rilancio economico legato all’evento Procida messo in piedi dalla regione Campania per queste aeree? Quali i percorsi del gusto, della cultura e dell’arte individuati per far conoscere i tanti borghi medioevali che i Campani non sanno nemmeno di avere?” Richieste legittime quelle del Prof. Lepre a cui segue la considerazione del presidente di OroItaly Salvio Pace: “ Sicuramente Procida 2022 sarà un grande evento che porterà l’Isola al centro dell’interesse non solo nazionale, ma quello che le imprese del made in Italy si chiedono è cosa spetta al capoluogo campano in questa immensa torta chiamata Capitale della Cultura? Quali le opportunità per le imprese campane di tutte le filiere ed in particolare quella orafa, eccellenza del Made in Italy, nell’ambito di questo Gran Galà e passerelle a go go?”. Il presidente Pace ha poi concluso: “Non mi risulta, fino ad oggi, che l’artigianato campano, fiore all’occhiello della genialità italiana sia stato annoverato nelle iniziative collaterali alla kermesse procidana. Ci auguriamo che qualcuno prima o poi ci consideri”. Chiude gli interventi il vice presidente della Confraternita dei Sartori il maestro Raffaele Antonelli: “ Onestamente mi sarei aspettato, come in genere succede nel Settentrione d’Italia, che le cose belle venissero tirate fuori per l’occasione, e per cose belle intendo la grande e inimitabile tradizione artigianale campana, quella che coinvolge l’intera regione e non solo napoletano e salernitano”. “Quello che chiediamo al governo centrale e a quello regionale è molto semplice – ha poi concluso il maestro Antonelli, punto di riferimento della sartoria artigianale napoletana – Non lasciate sole le aree interne, Benevento, Caserta, Avellino, province ricche di storia e di bellezza, di cultura e di manualità; la Campania senza di loro non va da nessuna parte”.