Di Massimo Felice De Falco
Non ci agitiamo troppo sulle vicende attorno alla giunta Del Mastro. Per ora vale la decisione nazionale per cui il Pd deve essere subalterno ai 5 stelle. D’altronde come si spiega che il partito con più storia del Paese avalli continuamente anche gli atti più fantasiosi della giunta Del Mastro.
Il Pd comunque più in là avanzerà pretese di candidatura a sindaco sicuramente. Ma solo dopo le elezioni nazionali, quando potrebbe vincere il centrodestra, il Pd manterrà una sufficiente posizione e i 5 stelle crolleranno. (Dall 33 al 10 per cento, abbondando)
Solo così gli equilibri interni alla maggioranza potrebbero caracollare a favore di uno scenario sfavorevole ai pentastellati che, per esempio, non avrebbero più persone come Dario De Falco a cucire le falle interne e a dettar la linea romana. Lo stesso Di Maio , già oggi esautorato da Draghi, non avrebbe potere di mediazione o di imporre un Del Mastro bis. Così tireranno a campare e a darsi pugnalate di nasco sto fino a logorarsi per la successione.
D’altronde Del Mastro è politicamente debole se gli togli la sponda romana nè tantomeno può vantare uno skill amministrativo ammirevole nè c’è in giro in moto popolare che lo osanna.
È improbabile anche che farebbe una staffetta con Riccio. Quest’ultimo sta tessendo la sua trama per quando sarà il momento.
Farebbe bene la minoranza a prepararsi per poter aspirare ad essere forza di governo. Non è difficile con questi avversari, anche se avete già perso una volta per una campagna elettorale sbagliata nei modi e nei contenuti. Occorrerebbe ricucire con le tante persone con cui si è troncato il rapporto, la cosiddetta borghesia illuminata che pare faccia opinione ancora . Questo compito spetterebbe all’ex sindaco. Ma ci sarà tempo.
Personalmente non sono d’accordo a restare ancorati a blocchi civici senza riconoscimento e programmi.
Fosse per me aggregherei anche i partiti che, seppur in decadimento, costituiscono sempre un valore aggiunto, anche in termini di legami istituzionali, altrimenti ci si barrica nel Palazzo e si va avanti senza sinergie.
Qualcuno si ricordi del traino che fu l’allora Popolo della Libertà-Berlusconi presidente.