“Dopo anni di annunci di ‘tolleranza zero’ e ‘dichiarazioni di guerra’, se la guerra non è stata persa “sicuramente non è stata vinta”. Bisogna “andare oltre le ipocrisie. Perché la droga riguarda i giovani e non solo, le fasce vulnerabili della società ma anche le cosidette élite”. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, intervenendo alla VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze, invita la “politica a resistere a fare su questo tema delle campagne elettorali”. Bisogna “superare l’approccio meramente repressivo che non si è fatto carico delle fragilità”. Occorre “andare oltre lo stigma per passare da un welfare del reddito a un reddito delle persone, costruire condizioni tra un welfare più intelligente di quello di cui disponiamo e il terzo settore”. Se “sapremo superare questi rischi sapremo dare delle risposte congrue”, ha aggiunto. Negli ultimi anni c’è stato “più di un morto al giorno per overdose – ha ricordato il ministro – Allora forse questo ha molto a che vedere con la solitudine, saranno 10,2 milioni gli italiani che nel 2040 vivranno da soli. Chi opera sul campo sa che non ci sono scorciatoie. Serve una strategia ampia” che coinvolga “famiglia, scuole, sistema sociale e sanitario, il lavoro nella sua accezione più ampia”. Il ministro ha auspicato che la Conferenza possa mettere una “pietra tombale sulla tentazione di immaginare una via italiana alla lotta alla droga. La lotta alla droga può essere solo globale e la scala minima è quella europea. Negli strumenti di contasto serve un salto di qualità, realizzare il contrasto alle mafie, la piena attuazione della convenzione del trattato di Lisbona su una procura europea”.