Di Luca Mazzeo
Lo scorso 10 novembre si è verificato l’ennesimo atto indegno nei confronti di una giornalista di spessore come Greta Beccaglia (Toscana Tv). Si era recata presso lo stadio Castellani di Empoli per raccontare le emozioni del derby cittadino tra Empoli – Fiorentina conclusasi 2 a 1 per la compagine di casa.
Al termine della contesa, come ogni giornalista che si rispetti, ha raccolto le reazioni. Nel mentre assolveva a tale compito si è ritrovata una pacca sul sedere da parte di un tifoso.
Tale atto, inizialmente, ha provocato qualche sorriso di troppo da parte della gente che ha banalizzato l’ accaduto definendolo uno ‘scherzo goliardico’.
Inoltre, ciò che ha suscitato ulteriore indignazione da parte dell’ opinione pubblica è stata la totale indifferenza e insensibilità del popolo toscano, il quale non ha mosso un dito, durante la scena, a difesa della donna. Ancor più grave è risultato l’atteggiamento poco etico del conduttore della trasmissione televisiva, che, invece di intervenire in maniera netta e tempestiva, ha pensato bene di chiudere il collegamento, lasciando così decadere il tutto.
Va sottolineato che per violenza sulle donne si intende l’insieme di comportamenti non idonei da parte dell’aggressore come: provocazione arbitraria, danni verbali e fisici, limitazione della libertà personale (pubblica e privata) e tanto altro.
In soccorso a codeste situazioni è pervenuta la Legge n.69 del 2019 (Legge nota come Codice Rosso a tutela delle donne e dei soggetti deboli che subiscono maltrattamenti reiterati).
Dopo una breve citazione legislativa è fondamentale entrare dettagliatamente nel vivo della questione.
Di notevole rilevanza è stata la grandissima collaborazione tra tutti gli organi preposti ,grazie ai quali è stato individuato l’ autore del gesto. Si tratta di Andrea Serrani 45enne incensurato. Il Serrani una volta accortosi di essere travolto dalle critiche ha tentato di difendersi dichiarando: “Ho fatto una sciocchezza ma non sono un violentatore e non sono cattivo”.
Le scuse non sono bastate poiché la Procura gli ha inflitto 3 anni di daspo (ovvero divieto di accesso a strutture sportive).
Nella psicologia clinica tale linguaggio non lascerebbe spazio ad alcun dubbio, in quanto risulta essere classico di tutti coloro che hanno una concezione della donna come oggetto e non come persona.
Tale problematica può derivare da 3 fattori: carenza di dinamiche affettivo- relazionali (ove rientrano la scarsa strutturazione affettiva, una costante solitudine, carenza basica d’appoggio verso persone del sesso opposto, totale disaffezione verso il genere umano), alibido insoddisfatta (ove rientrano la mancata struttura sessuale consolidata, forma libidica poco soddisfacente,astinenza perdurante nel tempo e assenza percettiva del proprio corpo), coinvolgimento compulsivo verso il genere femminile (stato devastante della mente che conduce ad una vera e propria patologia).
Al di là degli aspetti clinici o giustificazioni fuorvianti da parte del soggetto coinvolto sta di fatto che,quella che lui ha definito sciocchezza,potrebbe costargli ancor più caro, ovvero una condanna che va da sei a dodici anni di reclusione. Tale pena sussisterebbe in quanto risulterebbe esserci l’aggravante, qualora venisse accertata la violenza sessuale ai danni della giovane donna.
Come si concluderà la vicenda solo il tempo lo dirà. Nel contempo il governo faccia qualcosa in più per prevenire il dilagare di tali fenomeni sconcertanti.