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15 Novembre 2024

Chi siamo

Liviadotti. Magistrati? L’ultracasta!

Di Massimo Ricciuti

Quello che sta accadendo è sotto gli occhi di tutti. Certo che possiamo dire con amara soddisfazione “ve l’avevamo detto!”. Quando ? Dal 1992 in poi. Per quanto riguarda chi scrive preme ricordare le parole scambiate con un importante esponente a quei tempi del CSM e di UNICOST: “C’è una brutta aria in giro. Questo clima giustizialista non porterà nulla di buono. Questo è l’inizio della fine della Magistratura!”.

Il resto è Storia, purtroppo. La Magistratura ha bisogno di una riforma seria e generale. Separazione delle carriere e una maggiore responsabilità civile e anche penale.

Con il “Caso Palamara” si è aperto il classico vaso di Pandora. Ma nulla di nuovo sotto il sole che non si sapeva già. Anzi, Palamara ha finito per essere il capro espriatorio di una “Giustizia” malata. Di un “Sistema” marcio che dopo aver inguaiato la società e distrutto la Politica con la P maiuscola adesso sta divorando se stesso. No. Non da adesso. Quello che sta venendo fuori è il risultato di qualcosa che è iniziato almeno trent’anni fa.  Protagonismi. Ego ipertrofici. Battaglie tra bande. Incroci perversi con imprenditoria, politica e sistema mediatico sono emersi in tutta la loro drammaticità. 

L’altro giorno “Il Pezzo Impertinente” ha ricordato uno dei problemi che affligge la categoria. L’analfabetismo di ritorno. Aspiranti magistrati che hanno enormi difficoltà ad elaborare e comprendere un testo scritto. In particolare abbiamo sottolineato che all’attuale Concorso su 1532 elaborati solo 88 sono stati approvati. Il resto erano privi di un costrutto grammaticale, sintattico, logico e anche di nozioni di Diritto piuttosto elementari (anche sull’ignoranza degli italiani abbiamo riportato i recente dati del Censis).

Ma proprio in questi giorni, mettendo in ordine la nostra libreria, ci è caduto in testo un libro di cui ci occupammo circa dieci anni fa. Si tratta de “MAGISTRATI. L’ULTRACASTA” di Stefano Liviadotti. Edito da Bompiani. Malgrado fu pubblicato da una grande casa editrice il testo ebbe pochissimo spazio sui giornali e sui media. Fu praticamente fatto passare sotto silenzio. Un testo chiaro, scomodo e onesto. Dentro vi era una ricostruzione della degenerazione del  sistema giudiziario riportata da eminenti voci “interne”.

Quella dei giudici e dei Pubblici Ministeri è la madre di tutte le caste. Uno Stato nello Stato, governato da fazioni che si spartiscono le poltrone in base a una ferrea logica lottizzatoria e riescono a dettare l’agenda alla politica. Un formidabile apparato di potere che, sventolando spesso a sproposito il sacrosanto vessillo dell’indipendenza, e facendo leva sull’immagine dei tanti magistrati-eroi, è riuscito a blindare la cittadella della giustizia, bandendo ogni forma di meritocrazia e conquistando per i propri associati un carnevale di privilegi.”

E poi: “Per la prima volta, cifra per cifra, in questo libro, tutta la verità sui 10 mila uomini che controllano l’Italia. Gli scandalosi meccanismi di carriera, gli stipendi fino all’ultimo centesimo, i ricchi incarichi extragiudiziari, le pensioni d’oro, la scala mobile su misura, gli orari di lavoro (ridicoli), l’incredibile monte-ferie, i benefit etc. etc. E, parola per parola, le segretissime sentenze-burla della Sezione disciplinare, capace di assolvere perfino una toga pedofila…

Cercatelo in giro, scovatelo su ebay, su amazon, qualche copia usata la ritroverete anche voi, rovistando in vecchie librerie, antichi anfratti della memoria, persi nei vari traslochi della nostra vita…

Fatelo, leggete questo dannato libro e informatevi!

Poi ne riparliamo insieme!

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