di Vittorio De Feo
L’aumento dei contagi ha portato in isolamento in questi giorni 2 milioni e mezzo di persone per contatti con positivi e il numero potrebbe salire ancora. Domani riunione del comitato tecnico scientifico sull’ipotesi della riduzione della quarantena per chi ha fatto la terza dose. Tra le misure allo studio del governo c’è quella della riduzione della quarantena per coloro che hanno avuto il contatto con un positivo. Al momento sono previsti sette giorni per chi ha completato il primo ciclo di vaccinazione e dieci per chi non lo ha completato. Il governo ha chiesto al CTS se sia opportuno cambiare la norma per chi ha avuto la dose booster. Tra le ipotesi quella di eliminare la quarantena per chi ha la terza dose e di ridurla per gli altri. L’ipotesi primaria è quella di riduzione della quarantena per chi ha avuto un contatto con un positivo a tre o cinque giorni se, la persona ha fatto la terza dose di vaccino perchè il rischio è che ci sia una vera e propria paralisi della produzione e dell’economia del Paese.
Governatori delle Regioni in pressing sul governo. C’è uno scontro tra la linea rigorista della prudenza e quella aperturista del rischio calcolato. Da ieri le Regioni del nord, con in prima linea i presidenti Fedriga, Zaia e Toti premono per accorciare le quarantene dei contatti dei positivi. “A Gennaio di questo passo rischiamo che l’Italia si blocchi”, spiegano i governatori. Molti presidenti di regione chiedono di rivedere le regole sulla quarantena in modo che resti in isolamento solo chi davvero rischia di propagare il virus e non si blocchi il Paese. Se non si cambia si rischia una paralisi delle attività produttive dicono. Le Regioni temono il tilt di settori essenziali come ospedali, trasporti e scuole.
Il governo aspetta il parere del CTS, che è stato convocato per domani. Qualsiasi decisione sarà comunque presa dall’esecutivo sulla base dell’andamento dei contagi e sequenziamento della variante omicron.
