La Casa delle Culture e dell’Accoglienza delle persone LGBTQI+, operante dal 25 gennaio scorso e affidata in gestione dal Comune di Napoli, a seguito di procedura pubblica, ad “Antinoo Arcigay Napoli” quale capofila di un gruppo di associazioni (tra queste le associazioni “Alfi le Maree”, “Trans Napoli”, “Pride Vesuvio Rainbow”, “Famiglie Arcobaleno” e “Agedo”), sta per concludere le proprie attività 2021, che includono l’accoglienza di persone LGBTQI+ vittime di violenza domestica o in condizioni di disagio economico aggravate dalle conseguenze della pandemia da Covid-19.
Nonostante le difficoltà dovute all’emergenza pandemica, nei primi tre mesi di quest’anno è stato avviato lo sportello sociale volto all’individuazione delle fragilità presenti sul territorio e nel primo semestre sono state accolte 5 persone (di cui 3 attualmente presenti all’interno della struttura) a fronte di 17 richieste di accoglienza ricevute.
Delle persone accolte due sono “survivor” di violenza intrafamiliare LGBTQI+, e altre due in condizioni di disagio economico. Il più giovane ospite della Casa è un ragazzo di vent’anni allontanato dalla famiglia di origine a causa del suo orientamento sessuale. L’ospite più anziano è invece un uomo transessuale che da circa dieci anni non riesce a trovare utile collocazione lavorativa a causa di violenze sistemiche in ambito lavorativo.
Agli ospiti della Casa vengono garantiti pasti regolari e un piccolo supporto economico giornaliero grazie al progetto “Nessuno in strada, circoli rifugio”, attraverso una collaborazione tra l’Arci nazionale e l’associazione Eventi Sociali, su finanziamento dell’8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Inoltre, gli ospiti – come previsto dagli obiettivi del progetto – hanno a disposizione, uno sportello legale (offerto su base volontaria da legali di “Antinoo Arcigay Napoli” e dell’Associazione “Trans Napoli”) e uno spazio di consultazione psicologica (offerto su base volontaria dal partner dalla onlus “Nèfesh”) che prevede anche gruppi di mutuo-auto aiuto.
È stato implementato, altresì, uno spazio di orientamento lavorativo (offerto su base volontaria dagli operatori alla pari di “Antinoo Arcigay Napoli”). Il tutto garantendo agli ospiti un percorso di accoglienza rispettoso della dignità individuale e che tiene conto delle fragilità, dei bisgoni e delle potenzialità di ciascuno, promuovendo percorsi volti all’autonomia e all’inclusione sociale.
Scopo del progetto è quello di creare nell’arco di tre anni un sistema di accoglienza capace di accogliere 33 persone LGBTQI+ vittime di violenza domestica o in condizioni di disagio economico e di avviare varie attività per la diffusione delle culture LGBTQI+, con azioni volte allo sradicamento di comportamenti violenti e di pregiudizi omofobici.