La delegazione di Fi-Ppe al Parlamento europeo (Antonio Tajani, Isabella Adinolfi, Andrea Caroppo, Salvatore De Meo, Fulvio Martusciello, Aldo Patriciello, Luisa Regimenti, Massimiliano Salini, Lucia Vuolo) ha presentato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione europea avendo come oggetto i “prezzi agricoli e le politiche cinesi aggressive”.
“Secondo l’Onu, in un anno, i prezzi agricoli sono cresciuti del 30%, anche a causa della politica di accaparramento delle scorte alimentari perpetrata dalla Cina. Il 69% delle riserve mondiali di mais, il 60% di quelle di riso e il 51% di grano sono oggi in mano cinese. Nei primi 8 mesi del 2021 la Cina ha speso in importazioni di generi alimentari circa 98,1 miliardi di dollari, comprando anche attraverso colossi del settore indirettamente controllati dal Governo di Pechino. Il Wh Group, primo operatore cinese di carni, ha acquisito aziende in Germania, Polonia e Olanda. L’ttuale crisi energetica rischia di ripercuotersi anche sulla catena di approvvigionamento alimentare. Il prezzo dell’rea, fertilizzante base in agricoltura, èlle stelle – si legge – Considerando che l’umento dei prezzi agricoli èn danno per i cittadini, si chiede alla Commissione europea: quali misure intende adottare per aumentare la produzione europea e le scorte di prodotti agricoli? Intende creare un sistema di stoccaggio comune del grano e del gas sulla falsa riga di quello proposto per il vaccino contro il Covid? Quali iniziative intende adottare per rendere ancora piùtringenti le misure del regolamento (UE) 2019/452 sul controllo degli investimenti diretti extraeuropei in settori strategici europei?”