di Donato D’Aiuto*
C’è qualcosa che non torna nel tira e molla tra Governo e Regione Campania sulla scuola. C’è qualcosa che mi sfugge. Ma cerchiamo di procedere con ordine.
Uno Stato che possa essere degno di questo nome deve avere tre priorità assolute: Sanità, Scuola e Sicurezza.
L’attuale situazione pandemica, di nuovo fuori controllo per l’avanzare di Omicron – con la quale piano piano stiamo iniziando a prendere confidenza –, ha imposto l’adozione di nuovi protocolli. Un nuovo approccio al Covid.
Con riferimento alle scuole, la Regione Campania, da un lato, ha disposto la chiusura delle scuole dell’infanzia, delle primarie e delle secondarie fino alla fine di gennaio.
Dall’altro lato, nonostante la proposta del presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp) di puntare sulla Dad fino al primo febbraio, il Governo per ora tira dritto sul rientro a scuola in presenza sin da subito.
Un anno fa il problema era lo stesso di quest’anno: far convivere il correre dei contagi con la necessità di far proseguire le lezioni. E un anno fa in Campania, unico luogo in Europa, le scuole erano chiuse da due mesi.
È facile chiudere tutto per contenere il contagio. E non lo scopriamo oggi, lo abbiamo scoperto – nostro malgrado – nel marzo del 2020.
La vera “rivoluzione” di quest’anno deve essere un’altra, ovvero quella di convivere con il virus continuando a vivere. La chiusura ad oltranza non è la soluzione, è solo l’extrema ratio. Ben vengano i protocolli, ben vengano gli obblighi vaccinali, ben vengano gli obblighi di ffp2, purché si torni a qualcosa di quanto più vicino possibile a quella che chiamavamo “normalità”.
D’altronde la Campania resta in zona bianca nonostante i contagi in crescita e il panico – anche giustificato – diffuso.
Ma la politica non deve limitarsi a leggere i giornali, la politica deve agire e deve giocare d’anticipo.
Un anno fa era chiaro a tutti che le scuole in presenza potevano essere aperte rispettando i protocolli; ed era anche chiaro che risultava molto difficile contenere il contagio sui mezzi pubblici, pochi e fatiscenti. Ma allora come mai la Regione su questo non ha posto in essere nessuna miglioria?
Non si possono chiudere le scuole ma lasciare aperti gli stadi. È chiaro che c’è qualcosa che non torna.
Se chiudono le scuole, occorre chiudere tutto. Le scuole non sono solo un luogo in cui ci si può contagiare, le scuole sono il luogo dove si forma la classe dirigente di domani.
Non lo dimentichiamo. Non lo dimentichi chi è deputato a prendere delle decisioni.
È dalla rinascita culturale che passa la crescita del nostro Paese e quindi la chiusura delle scuole non sarà mai una risposta ma solo un nuovo problema.
Avvocato