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18 Novembre 2024

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Il rischio di ritrovarsi un popolo No-Vax e intanto la scuola riparte tra molte incognite

Di Felice Massimo De Falco

C’è un rischio sottaciuto, il più pericoloso. Un paradosso sociale che potrebbe rivelarsi grave.
Se la virologia mediatica non si confronta con la virologia oscurata (penso a Turro su tutti), se non si tolgono i brevetti alle case farmaceutiche, se non si lavora ad un vaccino universale, come propone Fauci, che abbia una lunga durata di resilienza, se non si toglie alle case farmaceutiche la primizia del settore, se non si mette un calmiere a tamponi (spesso inutili), se non si mette mano ad un potente welfare che protegge chi si è immiserito con la pandemia, se non si compulsano i medici di territorio a fare il loro dovere e a curare a casa i contagiati, se non si mandano vaccini ai Paesi poveri, tra non molto, anche il più rispettoso delle indicazioni scientifiche “imposte” (obbligo vaccinale per i 50enni per es.) farà pensiero di diventare No-Vax per sfinimento psicologico. E non è un’eresia partorita da un farneticante anti-vaccino.
È difficile “ignorare il male” quando lambisce la libertà personale, oltrechè la vita.

Le stime dicono che ci vorranno altri due anni per uscire dal guado. Intanto le varianti al virus affiorano. Un tempo lungo per la fermezza psicologica di un popolo decimato dalle ristrettezze economiche.
Materiale umano che potrebbe tornare utile a chi in politica accarezza questa tipologia di elettori.

Stanchi, impauriti, stufi, stremati, privati. Non si sa quanto potrebbe durare la loro tenuta da impeccabili virtuosi. Un moto ciclico e sussultorio che non prevede ancora la parola fine. Anzi, finita una variante, ne sorge un’altra più violenta.
Il Covid, passata la buriana, è lo spoiler di una società frammentata e piegata, difficilmente ricomponibile. Nascerà una nuova Umanità.

Servirà una classe dirigente all’altezza e mai più politici avventati che hanno trovato fortuna infilandosi nelle paure e nell’ignoranza della gente. Sarà come un dopo-guerra e Draghi dovrà indossare i panni di un Alcide De Gasperi. Anche per questo Draghi serve dov’è e non al Quirinale.

Draghi ha il vezzo dell’economia. Male non fa. Le stime dicono che l’Italia cresce. Produrre e convivere col male è il suo mantra. Ma deve stare attento, perché nel frattempo, alle sue spalle sta nascendo un popolo inferocito e ripiegato su se stesso, stufo delle restrizioni e degli aumenti dei beni primari. Un popolo attaccato alla sì vita ma anche e soprattutto alla libertà individuale, che si realizza col lavoro e la protezione sociale. Pertanto indirizzi il PNRR sopratutto nello Stato sociale, portando i livelli del welfare ai Paesi più sviluppati d’Europa.

Intanto è ripartita la scuola con 10mila professori contagiati e una nidiata di bambini che hanno passato le feste natalizie in quarantena, in famiglie in cui c’era almeno un positivo o era in quarantena.

Più che una vittoria è un esperimento sociale. Non è eticamente accettabile avere scuole chiuse. Siamo d’accordo, ma soluzioni sostenibili non sono state prese. I presidi spingono per tenere le scuole chiuse:,non hanno i mezzi per evitare l’inevitabile, specie al Sud. Molti genitori hanno lasciato a casa i propri figli nell’attesa di come andrà.
C’è da dire, al netto di quello che paventano i presidi, ci sono anche i professori furbetti, che in buona sostanza sono No-Vax.

Certo, la Dad mette in difficoltà i genitori che devono lavorare e non sanno a chi affidare i propri figli. Ma non si sa quale sia ancora la scelta più azzeccata. Intanto cresce il numero dei bambini vaccinati: probabilmente è l’unica via per tenere botta in caso di riesplosione del picco tra i piccoli. I pediatri italiani sollecitano a farlo. Sulla scuola forse Campania e Sicilia, a mio avviso, ci hanno visto lungo. Al Sud ci sono strutture catapecchie che non consentono neppure il normale distanziamento.
Ad ogni modo, evviva la scuola, luogo di formazione imprescindibile!

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