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23 Dicembre 2024

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L’eterna attesa contro il Covid…qualcosa non va

di Massimo Ricciuti

Niente. Andiamo al sodo. Esaminiamo i fatti. Il “Governo dei Migliori” avrebbe dovuto e potuto fare di più. Certo, si obbietterà, si può sempre fare di più. Ma per essere precisi dovremmo allora parlare di “tendenza all’attesa”, tratto antropologicamente distintivo dell’italiano medio, splendidamente incarnato dalla classe dirigente e politica. C’è da dire che a settembre, contro il Covid, eravamo quasi in vantaggio. La campagna vaccinale procedeva spedita nonostante le resistenze dei NoBrain, NoVax, NoPass e NoTutto. Ma dall’estero, più precisamente dall’Inghilterra,Israele e Germania, iniziavano a arrivare notizie preoccupanti circa la durata della copertura vaccinale. I dati, contemporaneamente allo sviluppo delle nuove varianti del virus, vennero presto confermati da studi pubblicati delle principali riviste scientifiche internazionali (Lancet etc). Poi, ecco che dopo Delta (ancora fortissima oggi) arriva Omicron. Gli altri Paesi iniziano a prendere provvedimenti riducendo i tempi di somministrazione delle terze dosi e dei “booster”. Cinque, quattro e poi anche tre mesi dopo la seconda dose. E noi, invece, attendiamo. Così come si aspetta l’autobus. Ma il virus non aspetta. Anzi, corre sempre più veloce. Le case farmaceutiche si mettono al lavoro per aggiornare i vaccini alle nuove varianti. Pfizer e Moderna dichiarano (e lo fanno anche adesso) che la copertura cala e bisogna fare in fretta. Ma noi italiani siamo diffidenti e complottisti. Cè Big Pharma! C’è Bill Gates! Ci sono i “Poteri Forti”!!! E quindi aspettiamo e perdiamo quel vantaggio che avevamo quasi raggiunto. Cacciari e Agamben fanno i covegni con i portuali di Trieste e incoronano tal Puzzer a nuovo Foucault. I Cacciari si moltiplicano e la filosofia si occupa di virologia. La Ferragni si becca il virus con Fedex e battono i filosofi per lucidità di analisi della realtà. Ma Cacciari non ci sta e vuole avere più follower della Ferragni, e allora gli dà dentro con i talk show. E’ ovunque, dalla D’Urso, Gruber, De Gregorio…  gli manca solo la De Filippi. Poi getta la spugna. Intanto abbiamo affossato Foucault. Ci resta Deleuze. E pure Guattari. Almeno loro non sono stati toccati, fortunatamente.

Il complottiamo diventa radical chic. E si diffonde nei salotti bene. Nel frattempo i contagi riesplodono. Nino Cartabbelota del Gimbee Brusaferro sono gli unici a dire che dobbiamo recuperare terreno. Ma ormai all’orizzonte c’è qualcosa che si muove verso il Quirinale. Fatto sta che alla fine, dopo la scadenza del sesto mese dalla seconda dose, anziani, personale sanitario e soggetti fragili finalmente riescono a avere la tanto attesa terza dose. Ma per il resto della popolazione ancora è un miraggio. Poi qualcosa si sblocca. E di colpo i mesi diventano cinque e, dopo un interminabile tira e molla tra le forze politiche, si abbassa anche l’età per accedere al booster. Ma la frittata è fatta, troppo tempo è stato perso, ora è tutto un “Si Salvi Chi Può”!

Il tempo corre veloce, e la Germania si assicura ottanta milioni di dosi di vaccino aggiornato per la primavera. Noi no! Ma questo l’abbiamo già detto l’altra volta, cari lettori, però giova ripeterlo. Dal momento che anche il booster, di fronte alle nuove mutazione mostra una riduzione di efficacia dopo due mesi decisamente significativa. Logica vorrebbe che ci ponessimo il problema di organizzarci per una quarta punturina, ma non se ne parla. Gimbe, ISS, Anaao, Arooi fanno notare che con questi numeri la tendenza sarà quella di schiantarci contro un muro. Ci sono due epidemie, Delta e Omicron. Ma la Delta non sembra mollare la presa, nel frattempo è essenziale sequenziale il virus per poter procedere con le terapie adeguate. Si è capito che il Paracetamolo brucia un potente antiossidante che serve per “spegnere” l’infiammazione dovuta dall’impazzimento delle citochine. Ma si va avanti con gli stessi protocolli di sempre… I casi superano i duecentomila al giorno, tempi di raddoppio sono sempre di meno, tra una settimana saremo a cinquecento morti al giorno , numeri che tendono a salire, così come le Terapie Intensive e i ricoveri.

Ma nessuno fa nulla, si parla usando il presente indicativo, nessuno usa più il futuro. Nemmeno costruzioni sintattiche più complesse di una “principale” e una “subordinata”. Il congiuntivo e il condizionale sono spariti dalla circolazione già da un lustro, figuriamoci oggi!

Occorrerebbe una grande capacità di sintesi e di decisione. Ma l’unica frase che si ascolta in giro è come un mantra: “La gente è stanca”! E che vuol dire? Che non bisogna prendere misure serie contro l’espandersi del virus? Che non bisogna implementare al massimo tutte le misure di sicurezza? 

No, la verità è una sola. Ormai la politica è piccola piccola, non ha più la P maiuscola. 

Così stiamo qui ad aspettare. E di notte non si può più nemmeno cantare. La strada è vuota e vuota è la città. Come va?

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