Di Anna Adamo
Il tempo scorre inesorabilmente,eppure la vita sembra essersi fermata al 4 marzo 2020.
Al divieto di uscire di casa se non per necessità,ai negozi chiusi,alle file immense fuori dai supermercati,alle corse in farmacia per accaparrarsi per primi mascherine e gel igienizzanti.
Dicevano che la pandemia di Covid-19 sarebbe durata poche settimane, quelle settimane che, anche se poi sono diventate mesi, lasciavano ben sperare tutto si sarebbe risolto per il meglio.
E si, noi ci abbiamo creduto davvero, al punto da esporre sui nostri terrazzi la frase della speranza: “ANDRÀ TUTTO BENE”.
Due anni dopo, però, dire che tutto sia andato bene non è possibile. O, almeno,non del tutto. Perché, non si possono dimenticare le tante persone strappate alla vita. Perché, non si può dimenticare ciò che ancora ci tocca così da vicino e tiene in trincea medici, operatori sanitari e rappresentanti delle istituzioni. Questi ultimi, più volte bersaglio dei cittadini preoccupati per quello che potrebbe accadere e per il ritorno a questa nuova normalità.
Lo sa bene l’ avvocato Ornella Manzi, assessore al bilancio del Comune di San Gennaro Vesuviano, già coordinatrice della segreteria dell’ Onorevole Bruna Fiola, la quale, avendo reso l’ ascolto e l’ aiuto del prossimo i punti cardine della sua attività politica, i dubbi che attanagliano il popolo riguardo la DAD o il ritorno in classe in presenza li conosce e comprende perfettamente.
“Ci troviamo dinanzi una fetta di popolazione che vorrebbe i figli fossero in DAD e la restante parte che,invece, preferirebbe la didattica in presenza. Personalmente, afferma Manzi, preferirei che per bambini e ragazzi la scuola fosse in presenza. Questi ultimi sono coloro i quali maggiormente risentono degli effetti della pandemia,ragion per cui togliere loro la possibilità di relazionarsi con i coetanei non fa altro che aumentare i disagi ai quali sono già costretti a far fronte. Il ritorno in classe permetterebbe loro di vivere.”
Una divisione, quella del popolo, che va inevitabilmente ad intersecarsi nello scontro tra governo nazionale e regioni. Uno scontro che secondo l’ avvocato deriva dalla diversa visione che governo e regioni hanno degli effetti della pandemia sui territori.
“Le regioni a differenza del governo nazionale -dice- hanno più il pugno dei propri territori e degli effetti della pandemia su questi ultimi. Il governo,invece, non ne ha reale contezza.
Sarebbe opportuno giungessero ad un accordo utile per eliminare le disuguaglianze ed evitare che mentre alcune regioni ritornano a vivere normalmente, altre facciano passi indietro”.
Nonostante le disuguaglianze palesi tra territori, Ornella Manzi sembra non essere affatto d’accordo con quanto affermato dal Premier Draghi nella conferenza stampa di qualche giorno fa. Per lei, infatti, non è la DAD a determinare le disuguaglianze. “Queste ultime, afferma con convinzione, esistono a prescindere, anche se un bambino ha un vestito diverso rispetto ad un altro. Il fulcro di tutto resta la socializzazione. Occorre investire nei mezzi, come ad esempio il computer, strumento principale per la pratica della DAD. Dovrebbe essere compito di governo e regioni far si che nessuna famiglia ne resti sprovvista.”
Inutile farsi illusioni,la polemica tra governo e regioni non accenna a placarsi. Tra tutte, particolarmente accesa risulta essere quella con la Regione Campania.
Da una parte vi è il Presidente De Luca che decide di non riaprire le scuole, dall’altra il Tar, pronto a respingere l’ordinanza e decretare il rientro in classe in presenza.
Quale tra le due sia la decisione più appropriata é impossibile da stabilire,ma una cosa è certa: quando il Presidente De Luca emette un’ ordinanza, l’ accanimento nei suoi confronti non tarda ad arrivare, a prescindere dal fatto che abbia torto o ragione.
Manzi a tal proposito prova a fare chiarezza.
“De Luca é conosciuto per la sua forte personalità e per le sue forti decisioni, prese soprattutto in questi anni di pandemia. L’ attacco, al giorno d’oggi, più che all’ operato politico lo si rivolge al personaggio, il quale viene,nel bene e nel male, sempre bersagliato. Con De Luca funziona così: o lo si ama, o lo si odia. La decisione di non riaprire le scuole deriva dall’ aver voluto mettere al centro di tutto la salute dei ragazzi. Vista la situazione in cui ci troviamo, però, ben venga la decisione del Tar di riaprirle, queste scuole. É necessario che i ragazzi ritornino a vivere e trascorrano del tempo insieme ai loro coetanei”.
Le parole dell’ avvocato non lasciano spazio ai dubbi, la socializzazione e il benessere psicofisico dei giovani vengono prima di ogni altra cosa.
É per loro che bisogna combattere. Non se ne può più di vederli sfiduciati e disorientati a causa di una vita che non paga mai, vanificando ogni sacrificio fatto.
“Bisogna investire sui giovani, ribadisce. Perché la loro psicologia ne risentirà molto finita la pandemia. Anzi, ne risente già. Dobbiamo agire ora, perché domani potrebbe essere troppo tardi. Occorre dare loro speranza, opportunità di lavoro, di fare aggregazione e poter finalmente rinascere.
In Campania, inoltre, abbiamo istituito lo psicologo di base e sarebbe opportuno che tutta l’ Italia seguisse questa linea, per far si che ovunque possa essere garantito sostegno psicologico gratuito, offrendo così la possibilità, anche a chi non può permetterselo, di usufruirne”
Ancor prima di essere un avvocato e un rappresentante delle istituzioni, Ornella Manzi é una madre, una donna che combatte con la gente e per la gente. Una donna che spesso mette il benessere degli altri prima del proprio. Una donna che oggi è preoccupata per una società in cui l’ ideologia no vax, seppur in minoranza, risulta piuttosto radicata.
Ed è a chi non vuole vaccinarsi o ha semplicemente paura del vaccino che si rivolge.
“Chi non si vaccina é un padre, un nonno, un figlio,la cui decisione non grava solo su se stesso, ma anche su chi gli sta intorno, quindi occorre che facciano un atto di responsabilità e si vaccinino.
Vaccinatevi, perché è l’unica arma che abbiamo per uscire dalla pandemia”.
Il suo é un richiamo al senso di responsabilità, al rispetto verso noi stessi e gli altri, ora più che mai doveroso.