di Donato D’Aiuto
In questi primi giorni del nuovo anno sembra che il Covid abbia preso a correre ancora più di prima grazie alla nuova linfa assicuratagli da Omicron.
Chiunque ha avuto o ha un parente o un amico positivo. E allora, a tredici mesi di distanza dalla mia prima positività, per dare il benvenuto al 2022 nel migliore dei modi, ho pensato bene -nonostante le tre dosi di vaccino- di concedermi il bis.
Non posso negare che quando ho ricevuto il risultato della mia positività la prima sensazione è stata quella del panico. Sia ora che nell’ottobre del 2020.
Panico e paura.
Perché non sai cosa ti aspetta. Non sai quanto durerà.
Non sai se i dolori sono causati dallo stare troppo tempo a letto o dal Covid.
Non sai se hai contagiato qualcuno e non hai la possibilità neanche di ricevere un abbraccio di conforto dai tuoi cari.
Ma dopo lo sconforto iniziale, la cosa più importante diventa organizzare le giornate in modo da lasciare quanto meno tempo possibile alla libera attività celebrale. In sostanza, meno pensi e meglio è.
Così, lavori. Ma ti stanchi.
Allora guardi Netflix, Sky Go, Prime Video, Dazn. Ma alla lunga gli occhi bruciano.
Provi a leggere. Ma la testa diventa pesante.
E allora… pensi.
Alle 10.00 di mattina, alle 8.00 di sera e anche alle 3.00 di notte.
Non ti resta che quello. Purtroppo o per fortuna.
Ma anche in una stanza, pensare rende libero.
Poi apro i social, guardo i tg e mi accorgo -senza troppa meraviglia- che dopo due anni di pandemia ancora dobbiamo far capire a un sacco di gente quanto sia importante vaccinarsi.
Vorrei poter spiegare ad ognuno di loro che non siamo al punto di partenza perché oggi, a differenza di prima, riusciamo a mettere il naso fuori da casa.
Vorrei poter dire a Stefano Puzzer (che ora, positivo al Covid, dice di essere vaccinato) che se gli è stato concesso di aspettare Draghi, il Papa o magari anche qualcuno più in alto, seduto ad un tavolino di Piazza del Popolo insieme a quattro gatti è perché noi ci siamo vaccinati.
Vorrei poter dire al portiere della Juventus Szczęsnyche se gli è stato possibile riprendere a giocare a calcio e quindi anche ad incassare il suo misero stipendio da 7 milioni di euro annui è grazie a chi si è vaccinato e ha fatto riprendere attività essenziali come il calcio.
Vorrei poter dire anche a Novak Djokovic che è vero che non è obbligatorio vaccinarsi ma è anche vero che non è obbligatorio neanche partecipare agli Australian Open. Ma forse la seconda parte della frase se l’era persa perché era intento a moltiplicare pani e pesci.
Ci spenderei ore a parlarci. Anche giorni se fosse necessario.
Ma poi ascolto il video di tal Nicola Franzoni che, sui suoi social, dice che “gode per la morte di David Sassoli perché parte di un sistema che ha portato al Governo Draghi, lo stesso Governo che vuole imporre i vaccini” e pensi che con quelli così sarebbe soltanto tempo perso. Sprecato.
Ma allora che fare?
Semplice. Continuare a comportarci secondo la nostramorale. Da uomini liberi. Liberi anche quando siamo rinchiusi in quattro mura. Liberi anche di vaccinarci.Senza costrizioni. Per tutte le volte che servirà farlo,
Non lasciamo che altri si approprino e si riempiano la bocca di “libertà”.
Difendiamola noi la vera libertà.